Il caso è controverso, chi è morto grida ancora giustizia. Il processo, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, da rifare. Ogni cosa è torbida, maledettamente intricata. Un noir pervertito nel rotocalco: l'amor fou, la fiamma del peccato, il cupio dissolvi, l'omicidio. Ma, al posto dell'alone romantico, il cerone pesante dei media.
Il giallo di Meredith Kercher, la studentessa britannica uccisa a Perugia nel novembre 2007, è uno di quei misfatti capaci per una serie di motivi (non ultimo il cortocircuito di passaporti coinvolti che ha trasformato il delitto in un intrigo internazionale) di superare gli stretti ambiti della cronaca per diventare letteratura e imporsi immediatamente nell'immaginario collettivo. Non sorprende che gli americani abbiano deciso di farne un film quasi in diretta, considerato il peso che un'ambigua ragazza statunitense ha avuto sulla vicenda. Ne è venuto fuori un lacunoso, discutibile e sciovinista film per la tv (Amanda Knox: Murder on Trial in Italy) sconfessato dalla stessa Amanda Knox.
All'orizzonte si profila però una nuova operazione, apparentemente più seria, non fosse altro perché a capitanarla sarà Michael Winterbottom, garanzia in regia e nazionalità britannica, come la vittima. Non è un dettaglio da poco. Non lo è nemmeno che la produzione sia una collaborazione tra l'inglese BBC Film e l'italiana Cattleya.
S'intitolerà The Face of an Angel e sarà basato sul libro (Angel Face: Sex, Murder and the Inside Story of Amanda Knox) di una giornalista americana di stanza a Roma, Barbie Latza Nadeau. La sceneggiatura porta la firma di un altro inglese, Paul Viragh. Il titolo lascia intendere come la Knox, più ancora di Meredith e di Raffaele Sollecito, sia ancora al centro del progetto (non lo è stata forse anche nella realtà rimodellata dal circuito mediatico?), anche se in merito Winterbottom frena: "Abbiamo comprato i diritti di un libro che racconta la storia di un processo - ha dichiarato il regista durante la cerimonia di presentazione del suo ultimo lavoro, The Took of Love, al festival di Odessa - ma il nostro film non si occupa principalmente di quello. Stiamo sempre attenti a parlarne".
Nello specifico The Face of an Angel dovrebbe affrancarsi dalla cronaca ed evitare ogni attenzione morbosa verso i dettagli più macabri o i particolari piccanti, per parlare invece di cosa significhi "perdere una figlia, perdere qualcuno di così vicino. E del perché tutti noi siamo più attratti dalla violenza che dall'amore".
Il film esaminerà poi "come la stampa tratta l'omicidio, il lutto e la violenza", ha detto Winterbottom. Che dovrebbe iniziare a girare The Face of an Angel presto, subito dopo aver finito il montaggio di The Trip to Italy (titolo che fa seguito al televisivo The Trip del 2010).
Nessuna indiscrezione al momento sui possibili nomi del cast o su come verrà organizzato l'enorme materiale narrativo. Tutto quello che si sa è che The Face of an Angel non riaprirà il caso, non regalerà nessuna rivelazione sconvolgente sui moventi né la parola definitiva sui responsabili di un atroce delitto. Getterà, semmai, una luce sul modo in cui delitti come questo ridestino in noi determinate pulsioni, non sempre lecite. Come contributo alla verità sarebbe tutt'altro che disprezzabile.