"Questo documentario è un grosso attacco al capitalismo" dice Naomi Klein, acclamata autrice di No Logo e ora del documentario The Take, che firma insieme al marito e giornalista Avi Lewis. Il filmato - già proiettato in anteprima alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia e in uscita nelle sale italiane il 18 marzo distribuito dalla Fandango di Domenico Procacci - è stato presentato questa mattina a Roma. Ambientato nell'Argentina prostrata dalla crisi economica, il filmato ripercorre la vicenda di un gruppo di operai di Buenos Aires che, dopo essere stati licenziati a causa del fallimento della loro fabbrica, decidono di occupare la struttura e di riavviare le macchine per autogestirla. "Quello che vedrete è il ritratto onesto di quello che abbiamo visto quando siamo andati in Argentina" chiarisce Lewis. L'intento dell'operazione "fornire delle alternative", spiega la Klein, a quelle politiche economiche che "privano la gente del diritto alla vita e alla sopravvivenza". The Take si muove nella stessa direzione di The Corporation e Memoria del saqueo di Fernando E. Solanas (anch'esso dedicato alla crisi in Argentina e di prossima entrata nel listino Fandango) e nasce dalla necessità di contrastare quella che gli stessi autori definiscono "pornografia della protesta". "In televisione le uniche immagini che si fanno vedere sono quelle degli scontri tra polizia e manifestanti - dice la documentarista -. Questo perché i momenti di forte violenza hanno maggiore appeal sugli spettatori. Anche noi mostriamo gli operai tirare i sassi contro i poliziotti e questi ultimi sparare contro la folla, ma questo non è che un aspetto di quel processo che entra in atto quando si verifica un cambiamento sociale e che noi mostriamo dall'inizio alla fine, dedicando grande spazio alla parte umana". Per tre mesi Noami Klein e Avi Lewis hanno seguito la vicenda degli operai di una ventina di fabbriche, "alla fine abbiamo scelto di raccontare la storia della Forja perché siamo riusciti a riprenderne in diretta l'occupazione" spiega Lewis. "I movimenti sociali in Argentina stanno diventando sempre più forti e con loro anche i partiti di sinistra" spiega la Klein. Il cambiamento sta coinvolgendo anche Uruguay,  Bolivia e Venezuela. "Pure in questi paesi i governi sono diventati più ricettivi alla politica di occupazione delle fabbriche". Di certo gli Stati Uniti non staranno a guardare. "I primi segni arrivano dal fatto che l'amministrazione Bush ha già iniziato a demonizzare Chavez in Venezuela". Quanto al movimento No Global, che ha eletto il libro No Logo a sua Bibbia, dice: "Oggi ha ritrovato la propria dimensione locale, anche se ha mantenuto intatto il proprio spirito internazionale. Anche in Italia dove assistiamo alla nascita di nuovi movimenti come quello che ha dato vita a San Precario". Ma come mai i documentari oggi hanno tanto successo? "Sopperiscono alla profonda crisi dei mezzi di informazione - risponde Lewis -. So che nel vostro Paese avete una forte concentrazione nel controllo dei media. Ma la gente vuole la verità e i documentari rispondono a quest'esigenza, approfondiscono, regalano emozioni e danno un'immagine tridimensionale della reltà".