"Ho voluto realizzare questo film per rendere onore alla memoria di vittime innocenti”. Parola di Salvo Cuccia, regista palermitano classe 1960, che porta il suo primo lungometraggio di finzione, Lo scambio, prodotto da Abra&Cadabra in collaborazione con Rai Cinema, in Concorso al 33° Torino Film Festival.

Alla sceneggiatura ha collaborato il magistrato Alfonso Sabella, già nel pool antimafia di Gian Carlo Caselli, e – dice Cuccia nelle note di regia – “durante le fasi dell’interrogatorio il protagonista parla di fatti e crimini legati a giochi ed equilibri di potere interni a Cosa Nostra in quei giorni sanguinosi dell’ellissi dei corleonesi”.

Nel film, ambientato a Palermo nel 1995, una bella donna (Barbara Tabita) è autoreclusa in casa, depressa e angosciata per il tradimento del fratello e il sequestro di un bambino (il riferimento è al piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito e due anni dopo ammazzato dalla mafia nel 1996). Suo marito (Filippo Luna) fa il commissario e ogni mattina si fa venire a prendere dal suo autista (Paolo Briguglia): l’ultimo caso riguarda due ragazzi caduti in un agguato mafioso - uno è morto sul colpo, l’altro lotta per la vita all’ospedale - e un terzo (Maziar Firouzi) sottoposto a interrogatorio.

“Spinto da una forte motivazione morale ho voluto raccontare – dice Salvo Cuccia - una tragedia immane con la volontà di riuscire a rendere universale una storia di personaggi senza nome. Ho cercato di sondare non l'esteriorità dei fatti, ma l'abisso interiore dei personaggi per rappresentare la storia nella sua essenza".