(Cinematografo.it/Adnkrons) - La vita di Amedeo Modigliani nella Parigi del primo dopoguerra, gli incontri al Café Rotonde con Rivera, Stein, Cocteau, Soutine, Utrillo e Pablo Picasso, il suo più acerrimo rivale, ma soprattutto la grande storia d'amore, finita in tragedia, tra l'artista livornese, di religione ebraica, e la cattolica Jeanne Hebuterne. Tutto questo è I colori dell'anima, il film di Mick Davis con Andy Garcia ed Elsa Zylberstein, che arriverà nelle sale italiane il 13 maggio, distribuito dall'Istituto Luce. "Per molti anni ho avuto dentro di me l'immagine di Parigi in quel periodo, tra il 1880 e il 1920 - spiega il regista -. Forse è stato il periodo più bello della storia, seguiva la Grande Guerra e mi interessava capire come si esprimessero gli artisti, soprattutto uno originale come Modigliani, che rappresentavano il 'rock and roll' dell'epoca. E' un po' come negli anni '60 con Lennon, Joplin Dylan, Jagger, Morrison e Hendrix". I colori dell'anima si divide tra realtà e romanzo: "Sappiamo come è morto Modigliani, conosciamo i suoi problemi, il suo lavoro di artista, i suoi amici. Su questa base ho creato la storia, con l'unico scopo di intrattenere". Anche le opere dell'artista livornese mostrate nel film sono "in parte  originali, altre fatte alla maniera di Modigliani, come quelle del confronto con Picasso e quella della competizione parigina, perché somigliasse di più all'attrice". "Devo conoscere la tua anima per dipingere i tuoi occhi", dice Modogliani a Jeanne, la sua compagna. E sarà grazie alla loro rappresentazione che riesce a vincere la sfida contro Picasso, Soutine, Rivera, Kissling, Utrillo e Kissling. Un ruolo fondamentale nel film è giocato dalla musica. E' l'Ave Maria di Schubert in versione rap (cantata da Sasha Lizard), con alcuni motivi etnici, a ispirare il pittore. Per il ruolo principale, Davis spiega che la scelta è caduta fin dal primo momento su Andy Garcia. Nel cast ci sono anche Omid Djalili, nel ruolo di Pablo Picasso, Eva Herzigova, in quello di sua moglie Olga, e Federico Ambrosini, un bambino che interpreta Modigliani da piccolo, "è la sua coscienza - spiega il regista - la purezza prima che diventasse l'artista tormentato che è stato".