"In un futuro che è fatto di immagini, i giovani non devono perdere la memoria della Chiesa. È importante non smarrire le nostre radici cristiane, così come sostenere quei Paesi in cui l'essere cattolico è molto difficile". Per questo la giornalista e collaboratrice di Rai Educational Antonia Pillosio ha voluto realizzare il volume La Filmoteca vaticana a 50 anni dalla nascita, Incontri e curiosità, in cui ripercorre la storia e la ricchezza di un archivio che di immagini ne ha molte, alcune rare e introvabili, tutte di valore didattico e documentativo. Un organismo che ha oltrepassato il mezzo secolo di vita lo scorso novembre, essendo stato inaugurato nel '59 sotto Papa Giovanni XXIII, anche se, come chiarisce il libro pubblicato dalla casa editrice Vivere In, il rapporto della Santa Sede con i nuovi mezzi di comunicazione parte da molto più lontano, se si pensa che già nel 1896 Leone XIII permise a una macchina da presa di entrare in Vaticano, affidando per primo la sua immagine alla pellicola. Anche se, come ha spiegato la delegata della Filmoteca Claudia Di Giovanni, presentando il testo insieme all'autrice alla Libreria internazionale Paolo VI a Roma, "fu Pio XII a sfruttare davvero la comunicazione in maniera eccezionale. Sarà l'unico Pontificie a volere un film, Pastor angelicus, un documentario del '42 di cui supervisionò soggetto e immagini. Un modo per essere vicino all'umanità durante il conflitto, in un'epoca in cui vedere il Santo Padre era un evento eccezionale, non come oggi dove ormai lo diamo quasi per scontato grazie alla tv".
Il libro di Antonia Pillosio, oltre a riportare schede informative sui documenti conservati all'interno della Filmoteca, mira esattamente a esplorare questo rapporto mai sciolto tra i vari Pontefici e l'immagine filmica. "La Chiesa ha sempre avuto la porta aperta nei confronti della cinematografia e mass media", sottolinea l'autrice, ricordando a proposito le celebrazioni volute nel '95 da Giovanni Paolo II in occasione del centenario del cinema e l'istituzione del Tertio Millennio Film Fest, il primo festival della Santa Sede organizzato dall'Ente dello Spettacolo. "Tra gli aneddoti che mi hanno maggiormente incuriosito – ricorda poi Pillosio – c'è quello della proiezione privata de La Vita è bella tenutasi nel '98 per i soli Papa Wojtyla e Roberto Benigni", un episodio che secondo l'autrice "dimostra come nel rapporto spesso difficile tra artisti e Vaticano ci possano essere momenti e incontri molto felici". Completano poi il volume l'introduzione di Mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio Comunicazioni Sociali, le interviste a Claudia Di Giovanni e agli altri responsabili della Filmoteca Vaticana - che come evidenzia la stessa delegata conservano "la memoria storica dell'umanità per le nuove generazioni" – e infine uno speciale cammeo fotografico dedicato al Cardinale Andrzej Maria Deskur, vero promotore di questo prezioso archivio.