“Avevo già lavorato sul Riccardo III a teatro e mi era rimasta la voglia di portarlo sul grande schermo, magari in chiave musicale. Questo eroe negativo, nato dalla penna di Shakespeare, mi ha sempre affascinata, così l’ho raccontato a modo mio. Ho deciso di indagare sulla duplicità del male, e gli ho affiancato una Regina Madre altrettanto violenta, che lo ha costretto a combattere fin dalla più tenera età”. La regista Roberta Torre presenta Riccardo va all’inferno alla trentacinquesima edizione del Torino Film Festival. Il film uscirà nelle sale italiane giovedì 30 novembre, distribuito da Medusa Film.

“Ho sempre amato molto il musical e volevo realizzarne uno tutto mio. È un genere che permette di utilizzare più linguaggi allo stesso tempo. Le note sono come una visione, un mondo a parte, e rappresentano la vera libertà creativa”, aggiunge Torre.

Il dramma in costume del Riccardo III fa un salto temporale, dal XV al XXI secolo. La malvagità del sovrano è sempre la stessa, ma il contesto è diverso. Siamo alle porte di Roma, in un regno fantastico dove si erge il castello della storica Famiglia Mancini, a capo del traffico di droga e della criminalità locale. Riccardo è uno dei figli della Regina Madre. E’ storpio, zoppo e matto da legare. Un incidente subito da bambino lo ha lasciato senza una gamba, e per la sua follia ha trascorso molti anni rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Ritornato finalmente a casa, rivela la sua smisurata brama di potere, tramando nell’ombra e uccidendo chiunque si metta tra lui e la sua ascesa.

Il protagonista di Riccardo va all’inferno è l’attore e cantante Massimo Ranieri. “Sono i nostri personaggi a sceglierci, non siamo noi a decidere. Si presentano nel momento giusto della vita e ci chiamano, costringendoci a rispondere. Questo progetto mi ha colpito fin dal primo istante, non avevo mai visto niente di simile. Riccardo ha bisogno di affetto, di amore, e il suo mantello rappresenta un’esistenza da cui si sente oppresso. In un certo senso ricorda il vampiro di Murnau ma, a differenza di Nosferatu, qui la bestia si nutre dei sentimenti degli altri. La malvagità è una conseguenza di tutti i suoi traumi, di una figura materna che non si è mai presa cura di lui”.

Il compositore Mauro Pagani si è occupato della musica. “Avevo una responsabilità enorme. Ho letto Shakespeare e la sceneggiatura, poi ho parlato con Roberta e mi sono buttato sui testi. Le parole erano giuste e il resto è venuto da solo. È stato un grande privilegio, perché queste non sono canzonette, ma è un classico che abbraccia nuove melodie. Ho cercato di non farmi prendere dalle emozioni e di rimanere sempre molto obiettivo”.

Infine interviene Sonia Bergamasco, la Regina Madre nel film: “Ho subito una vera e propria trasformazione fisica. Abbiamo pensato a lungo su come rappresentare il viso di questa donna – mostro. Volevo mantenere una certa sensualità, nonostante la vecchiaia e l’anima dannata. Questa è la prima volta che lavoro dietro a una maschera, e devo dire che Riccardo va all’inferno è una storia che scuote nel profondo, andando oltre le apparenze”.