(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Uno degli attentatori di Londra poteva essere tranquillamente il protagonista del mio film. E' gente normalissima, vive tra noi, è radicata nella società occidentale. Esattamente come accade nella storia che raccontiamo nel film, che nasce con l'intento di svegliare l'Occidente dal suo torpore ignorante". E' stupito Renzo Matinelli dell'inquietante aderenza alla realtà de Il mercante di pietre, film che ha iniziato a girare nelle scorse settimane in Scozia e incentrato sulla doppia vita di un cristiano convertito all'Islam, ufficialmente commerciante di pietre preziose con l'Afghanistan e la Turchia, ma in segreto insospettabile terrorista islamico membro di una cellula di Al Qaeda. "La realtà si è rivelata molto più veloce della mia fantasia di sceneggiatore" dice il regista dalla Scozia. "Poche settimane fa d'altronde a Parigi hanno arrestato uno dei terroristi ritenuti più pericolosi ed era proprio un cristiano convertito all'Islam - continua -. L'Occidente deve fronteggiare questo fenomeno, non può più far finta di non vedere e invece vive in una sorta di apatia". Dopo la Scozia le riprese si sposteranno in Turchia, altro Paese teatro di attacchi terroristici anche in questi giorni: "C'è una strategia globale di conquista che l'Islam sta mettendo in atto. Non sono quattro fanatici, c'è un disegno ben preciso" dice Martinelli. Il mercante di pietra si sviluppa su un doppio livello narrativo. "Da una parte - spiega il regista - c'è anche la vicenda sentimentale del protagonista: la sua specialità è sedurre le donne e usarle come strumenti inconsapevoli di distruzione. Forse la gente ha dimenticato quell'aereo che cadde a Lockerbie. Nacque tutto dal corteggiamento di una ragazza, convinta dal fidanzato-terrorista a partire per l'Inghilterra con un bel regalo: un piccolo registratore imbottito d'esplosivo". Da sempre impegnato su film a tematiche storico-sociali forti, Martinelli dice di trovare "assurdo e incomprensibile questo scollamento tra la società civile e il cinema italiano che continua a fare commedie, lei, lui, l'altro, gli innamorati". "Trovo che l'ignoranza degli Occidentali sia abissale - aggiunge -. La gente si riempie la bocca di multiculturalismo, parla di società multirazziale, di dialogo, ma non ha letto nulla e non sa con chi abbiamo a che fare. L'Occidente deve recuperare urgentemente la propria identità cristiana. Se abdica a questa radice, offre il fianco all'islamismo. Invece accettiamo supinamente che vengano rimossi i Crocefissi nelle scuole, che si costruisca una enorme moschea a Roma. Credete che ci farebbero costruire una Basilica a Riad? Ospitiamo in tv Imam che minacciano apertamente il nostro Paese con istigazioni al terrore e non facciamo nulla". A chi gli chiede se non crede ad un Islam moderato, Martinelli risponde: "Esistono forze aperte al dialogo ma nutro una paura: l'incompatibilità tra il Corano e una democrazia evoluta. C'e' un momento per la tolleranza e un momento per la spada. Al terrorismo non si offre resistenza passiva. La democrazia arriva dopo che sono stati fissati i paletti. L'Occidente invece continua a dare segnali di debolezza...". "Io - conclude il regista - cercherò di svegliare le coscienze con Il mercante di pietre e con un film dedicato a Marco d'Aviano che sventò una svolta islamica epocale. Era l'11 settembre 1683 e l'Islam rischiava di conquistare l'Europa prendendo Vienna, assediata da due mesi, per aprirsi il varco e scendere a Roma. A fermare questo disegno fu un umile frate cappuccino, Marco d'Aviano, che intuì in anticipo sui tempi il pericolo di questa rinascita islamica".