L'investigatore privato Zimin riceve l'incarico di video-sorvegliare un appartamento. Installate cimici e microcamere, inizia il suo lavoro. In quella casa vive la farmacista Irina, di cui gradualmente scopre segreti e dettagli della vita più intima. Capisce di aver sbagliato: avrebbe dovuto spiare l'appartamento accanto, abitato da una ragazza bionda amante di un potente uomo d'affari. Zimin, però, non riesce a dimenticare Irina, ormai diventata una parte importante della sua vita.
Presentato alla 46ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, nell'ambito dell'ampia rassegna sul cinema russo contemporaneo, Nichego Lichnogo (Nothing Personal) della regista, attrice e sceneggiatrice Larisa Sadilova è un film sospeso tra suspense e sentimenti quasi melodrammatici, l'analisi puntuale della psicologia di un uomo comune, lacerato tra routine e rinnovata passione. Un uomo semplice, stanco e disilluso, che si lascia coinvolgere morbosamente dalla vita intima di quella che, anche se inconsapevolmente, non può non definirsi una vittima. Difficile stabilire, in questa storia, dove si debbano posizionare i confini, anche labili, tra disagio e bisogno d'amore, ossessione e tenerezza.
Interessante il discorso sull'importanza della privacy e la violazione della stessa, là dove il voyeurismo riesce ad insinuarsi anche nelle pieghe più personali e drammatiche dell'esistenza, spingendosi fino a soglie assolutamente intollerabili. Anche se su tutto questo aleggia un sottile pulviscolo di delicata malinconia, inevitabilmente, quasi per necessità, qualcuno alla fine deve farsi male.