L'ultimo pastore, il documentario che sta sorprendendo festival internazionali quali Tokyo, Dubai, Torino, San Francisco, Portland e New York, torna in Italia per iniziare un tour nelle sale a marzo, distribuito da Istituto Luce-Cinecittà.
Negli ultimi mesi è diventato un piccolo caso: un film documentario, opera prima di un giovane regista italiano, Marco Bonfanti, accolto e applaudito dal pubblico americano e asiatico, con il ritratto di un personaggio unico e il racconto di una piccola, straordinaria impresa. Prima tappa del tour di proiezioni e incontri lunedì 11 marzo al Cinema Mexico di Milano, la città mèta dell'impresa di Renato Zucchelli. Sarà poi al Festival di Bari, e a Roma, nell'ambito della rassegna L'Italia si racconta, organizzata da Luce-Cinecittà e Anec Lazio, con proiezioni in ben 17 sale.  E altre città ancora.
Che cosa racconta L'ultimo pastore? Renato Zucchelli è l'ultimo pastore rimasto in una metropoli. Ha un sogno: portare il suo gregge nel centro inaccessibile della città, per incontrare i bambini che non lo hanno mai visto, mostrando loro che la libertà e i sogni saranno sempre possibili finché ci sarà spazio per credere in un ultimo pastore.Una fiaba contemporanea che propone una riflessione sui limiti di una società che troppo spesso confonde il progresso con la ricerca della felicità. Un racconto di viaggio che lungo la strada prende il passo del musical, della comica, e di un curioso cinema del reale che parla di sogni.
Hanno detto del film: “Il vero gioiello indimenticabile della selezione di quest'anno” (Yoshi Yatabe, direttore del Tokyo Film Festival);  “Ci siamo innamorati di questo film, e spero ve ne innamoriate anche voi” (Mischa Nachtigal, direttore del Food&Farm Film Fest di San Francisco); "In Piazza Duomo a Milano io ci avrei portato esseri umani, ma l'idea delle pecore è assolutamente geniale: è la natura che protesta e si riappropria di ciò che è suo" (Ai WeiWei, artista dissidente cinese).