Un gruppo di marinai russi abbandonati per cinque anni nelle acque del porto di Napoli, senza stipendio e col rischio di essere espulsi se avessero messo piede a terra. Sono i protagonisti di Odessa, il bellissimo documentario che i registi Leonardo Di Costanzo e Bruno Oliviero presenteranno al Piccolo Apollo e alla Casa del Cinema di Roma il 4 e il 5 maggio. A dare il titolo al filmato, già applaudito all'Infinity di Alba e al Festival delle Culture Giovani di Salerno, è la nave russa al centro della vicenda. L'imbarcazione, originariamente orgoglio della flotta sovietica, inizia la sua odissea con il crollo dell'Unione e il passaggio sotto la giurisdizione ucraina. La compagnia statale Blasco da cui dipende smette di pagare gli stipendi nel 1995. Fedeli al loro compito, il capitano Lobanov e i suoi uomini si rifiutano però di abbandonare l'imbarcazione, avviando le trattative per la sua vendita a un acquirente Ucraino. Mentre la vicenda passa in mano alle autorità giudiziare italiane, l'equipaggio perde due dei suoi uomini, mentre un terzo viene rimpatriato per motivi di salute. Passata incredibilmente inosservata alla stampa italiana, la drammatica vicenda dell'Odessa viene dettagliatamente ricostruita nel documentario fino al suo irridente epilogo, che i tribunali italiani sanciscono con risarcimenti beffa per i marinai e le loro famiglie.