E' davvero l'anno dei film indipendenti a basso budget. Sull'onda di un fenomeno sempre più rilevante all'interno del cinema italiano, arriva ora nelle sale Legami di sangue di Paola Columba. Autoprodotto nonché distribuito attraverso la Baby Films dal regista Fabio Segatori, il film segna l'esordio nel lungometraggio di un'autrice che prima di passare dietro la macchina da presa si è fatta le ossa a teatro. E dal palcoscenico provengono anche gli attori, tra i quali spicca in un ruolo intenso seppur minore Arnoldo Foà. Ambientato in un Molise rurale e incontaminato, Legami di sangue narra la storia di quattro fratelli, tre uomini e una donna, in lotta per una magra eredità. Una vicenda di amore e tradimento dalle conseguenze fatali raccontata con straordinaria adesione ai luoghi e ai personaggi e, soprattutto, con cruda verità.
Sarebbe tuttavia semplicistico definire il film come neorealista, piuttosto è un western contadino che miscela in libertà Shakespeare e Verga, melodramma e tragedia. Una libertà figlia dell'indipendenza produttiva, come conferma Segatori: "Abbiamo fatto tutto da soli, senza sostegni pubblici né prevendite alle televisioni. Un'eccezione produttiva e insieme una sfida il cui risultato finale, nel bene o nel male, è attribuibile completamente a noi e non viziato da compromessi di sorta. Il budget è stato di 350 mila euro, interamente finanziati con i risparmi di anni e grazie alla partecipazione degli attori e dei tecnici che hanno sposato il progetto".
Una produzione quantomeno coraggiosa, ma Columba non vuole sentir parlare di miracoli. "Non ci sentiamo degli eroi - dice -, siamo persone appassionate che hanno inseguito un sogno e atteso a lungo per vederlo realizzato. Detto questo so bene che se avessimo accettato delle mediazioni avremmo trovato facilmente dei finanziamenti, ma a me come autrice, e a Segatori come produttore e coautore della sceneggiatura, interessava mostrare un'Italia che non ha nulla a che vedere con quella fotografata generalmente dal cinema o peggio dalle fiction televisive. Abbiamo girato in location vere, in case di campagna realmente abitate dove manca ancora l'acqua e il bagno è all'esterno. Realtà di oggi, non di trenta o quaranta anni fa. Un'altra molla essenziale, anche questa resa possibile dall'autonomia produttiva, è stata poter scommettere su attori poco noti ma di cui conoscevo le qualità per aver lavorato con loro a teatro o per averli visti con altri. Non dover rispondere a nessuno significa anche concedersi il lusso di perdere settimane a costruire un carattere, limare dialoghi, cercare la sfumatura giusta".
Legami di sangue esce venerdì a Roma al Filmstudio e poi in altre città italiane tra cui Torino, Milano, Firenze, Napoli e ovviamente in Molise dove è stato girato. Ma la vera sorpresa è che sarà distribuito anche in America. La Baby Films ha infatti firmato un contratto con una piccola ma agguerrita società indipendente che si è impegnata a far uscire il film a New York, Los Angeles e Filadelfia.