Sono undici i film in concorso per la sedicesima edizione delle Giornate degli autori, che si svolgerà da 28 agosto al 7 settembre nell’ambito della Mostra del cinema di Venezia. Come per la Settimana della critica, solo un italiano in lizza. In questo caso si tratta dell’opera prima del maestro del fumetto Igort, interpretata da Toni Servillo, Valeria Golino e Carlo Buccirosso, che ha adattato la sua graphic novel 5 è il numero perfetto per il grande schermo.

Tante le nazionalità presenti (ben diciotto), tra cui anche il Laos, il Giappone, il Sudan, le Filippine e la Norvegia: tutti paesi che non avevano trovato spazio nelle precedenti edizioni e poco rappresentati in generale nei festival. Otto gli eventi speciali nel corso dei quali particolare attenzione sarà data al genere del documentario. Da segnalare due viaggi: quello tragicomico nella recente storia d’Italia condotto da Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna con Scherza con i fanti e quello provocatorio di Mario Sesti nel Mondo Sexy del cinema ero/esotico italiano degli anni sessanta. Sempre nell’ambito degli eventi speciali, il bel ritratto della Milano di Guido Crepax in Cercando Valentina di Giancarlo Soldi, il corto di Federico Olivetti Il prigioniero, il film Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani dal romanzo di Giacomo Mazzariol con Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese e una serata dedicata al doc House of Cardin di David Ebersole & Todd Hughes. Omaggio alla leggendaria icona della moda Pierre Cardin, primo sarto della maison Dior e pioniere della minigonna in passerella, che sarà presentato in anteprima mondiale alle Giornate. Infine i “Miu Miu Women’s Tales”, il film di chiusura Les chevaux voyageurs dedicato al “Re dei cavalli”, il poliedrico e carismatico Bartabas e le sette “Notti Veneziane” alla Villa degli Autori, che si aprono con l’ormai tradizionale collaborazione con Bookciak Azione!. 

“Fin dall’immagine dell’anno, realizzata grazie alla disponibilità di due registi legati alle Giornate come Alice Rohrwacher e Edoardo De Angelis fotografati mentre nascondono il viso dietro il muso di un leone appare chiara la vocazione autoriale e sbarazzina insieme della nostra proposta”, dice il delegato generale Giorgio Gosetti. E Andrea Purgatori, per la prima volta alla presidenza delle Giornate degli autori, dopo aver ricordato in apertura Ugo Gregoretti, Mattia Torre e Pietro Coccia (“tre artisti, autori, amici recentemente scomparsi, che però sono sempre con noi”)  sottolinea: “Le Giornate non sono semplicemente un festival nel festival, ma un luogo dove ci si incontra e ci si scambiano idee per muovere l’attenzione nei confronti del cinema che non deve calare mai”. Un’attenzione che non è solo italiana, ma nel caso delle Giornate degli autori è anche europea. 

Dopo il videomessaggio di saluto del neo-eletto presidente del Parlamento europeo David Sassoli, sono stati annunciati infatti i titoli dei tre film finalisti per il Premio Lux 2019 (un premio cinematografico assegnato annualmente a un film di produzione europea dal Parlamento europeo), che sono: Cold Case Hammarskjold di Mads Brugger, God Exist, Her Name Is Petrunya di Teonia Strugar Mitevaska e The Realm di Rodrigo Sorogoyen.

E poi ancora tanti omaggi (tra cui quello che la città di Parma dedicherà alla fine dell’anno a Bernardo Bertolucci), incontri e progetti promossi dalle due associazioni Anac e 100 autori. Alla Villa degli Autori: l’anteprima del film Great Green Wall di Jared P. Scott; il film-documentario di Tomaso Pessina Emilio Vedova: dalla parte del naufragio narrato da Toni Servillo; l’ultimo lavoro ideato da Giorgio Pressburger La legge degli spazi bianchi diretto da Mauro Caputo; la masterclass di Marco Bellocchio e quella di Margarethe Von Trotta.

Nella selezione competitiva delle Giornate non mancheranno nomi cari a chi ama il grande cinema come Dominik Moll, che aprirà il programma con il suo Only the Animals, Jayro Bustamante con La Llorona, la grande star giapponese Jo Odagiri, Fabienne Berthaud con Un monde plus grand e Un divan à Tunis di Manuel Labidi, una commedia che vede protagonista un’inedita e bellissima Golshifteh Farahani. Nella scelta c’è comunque un “filo rosso” che collega la maggior parte dei titoli ed è quello, come dicono le selezionatrici Gaia Furrer e Renata Santoro, della “spiritualità”, di uno scontro tra culture che mette a nudo le fragilità del mondo contemporaneo e di un ritorno alle radici ancestrali.