"Le Crociate porta sullo schermo un breve intervallo di tempo in cui la convivenza fra le diverse religioni, tanto difficile da realizzare oggi, sembrava possibile". Ridley Scott guarda al XII secolo, ma il messaggio del suo film storico Kingdom of Heaven in uscita il 6 maggio è di straordinaria attualità.Il regista di Alien, Black Hawk Down e The Gladiator ha portato nell'universo delle crociate Orlando Bloom, Eva Green, Jeremy Irons, Liam Neeson, Edward Norton passando dalla Spagna al Marocco per raccontare la caduta di Gerusalemme nelle mani di Salah ad-Din, detto il Saladino, interpretato dall'attore siriano Ghassan Massoud. Il film costato 130 milioni di dollari presenta scene spettacolari, battaglie poderose una struggente storia d'amore, quella tra Orlando Bloom nella livrea del cavaliere dell'ordine degli Ospitalieri Balian di Ibelin ed Eva Green, che si cala negli abiti sfarzosi (ben 28) della principessa Sibilla, sorella del re Baldovino IV. Proprio Orlando Bloom, idolo indiscusso delle teen-ager, fa luce sul suo personaggio, realmente esistito ma pesantemente romanzatonel film: "E' il cavaliere che difese la città di Gerusalemme nel 1187. Insieme a pochi pellegrini inermi affrontò l'attacco dei saraceni". Il cast stellare annovera anche Edward Norton, sfigurato dalla lebbra e celato per tutto il film dietro la maschera del re Baldovino IV, Liam Neeson, che interpreta il barone Goffredo di Ibelin, padre di Balian e suo mentore nel mondo della cavalleria, e Jeremy Irons, nel ruolo di Tiberias, ovvero Raimondo il conte di Tripoli. "L'accento del film - afferma Irons - è posto sulla possibilità di convivere fra popoli diversi senza dover rinunciare alla propria fede e alle proprie opinioni. Nell'attuale momento storico è un serio motivo di riflessione". "Spero che Le Crociate - ribatte Ridley Scott - non sollevi polemiche per il modo in cui sono stati rappresentati i musulmani. Ho cercato di eliminare gli stereotipi con cui li ritrae Hollywood: sono curioso di vedere quali saranno le reazioni del pubblico, ma soprattutto attendo con impazienza di girare il sequel". Non mancano le ragioni per giustificare l'entusiasmo del regista premio Oscar: Gerusalemme interamente ricostruita in Marocco - dove era già stato per i due film precedenti - è il più grande set in cui abbia mai lavorato e le scene di battaglia sono magniloquenti. ''Le nostre battaglie - rincara la dose il responsabile degli effetti speciali Wesley Sewell - sono meglio di quelle de Il Signore degli Anelli. Grazie all'animazione digitale i 2000 soldati saraceni che attaccano le mura della città di Gerusalemme diventano 200 mila, e le mura, lunghe in realtà 300 metri, diventano di quasi due chilometri." Per portare al pubblico un messaggio di pace e tolleranza evidentemente non si può prescindere dalla guerra.