Hou Hsiao-hsien protagonista in cartellone, due anteprime italiane e un focus sulla condizione delle donne in estremo oriente. Questi i principali appuntamenti dell'Asian Film Festival, in programma alla Sala Troisi di Roma dal 31 ottobre al 6 novembre. Alla terza edizione della manifestazione mancherà però a sorpresa proprio il maestro taiwanese della Città dolente. Motivo della defezione è stata la sopraggiunta impossibilità di proiettare in anteprima il suo Three Times visto a Cannes, la cui promozione era, stando alle dichiarazioni del direttore artistico Antonio Terminini, "l'unico interesse di Hou Hsiao-hsien". Ben nove i titoli che comunque lo omaggeranno, ripercorrendone la carriera da I ragazzi di Feng Kuei degli esordi al più recente Millennium Mambo del 2001, passando per Flowers of Shanghai, Good Men, Good Woman e La figlia del Nilo.
In anteprima italiana saranno proiettati l'atteso A Bittersweet Life del coreano Kim Ji-woon e il trittico Three... Extremes diretto a sei mani da Takashi Miike, Fruit Chan Gor e dall'autore di Lady Vendetta Park Chan-wook, mentre ben sedici film si sfideranno nella sezione in concorso. "Filo rosso della selezione - spiega Antonini - è proporre un campione dei titoli più rappresentativi della cinematografia asiatica, in gran parte lanciati dal circuito di blasonate rassegne internazionali come quelle di Cannes, Berlino e Venezia". Soltanto dall'ultima edizione del festival francese arrivano tra gli altri i giapponesi Who's Camus, Anyway? e The Buried Forest, mentre il visionario Crying Fist e The President's Last Bang testimonieranno vitalità e trasversalità del nuovo cinema coreano. La giuria, presieduta dal critico Stefano della Casa e composta da Marco Ceresa e Giulia Sbarigia, assegnerà cinque premi al miglior film, regia, interpretazioni maschile e femminile e film più originale. Completa il cartellone il "Focus on Asia", una sezione interamente dedicata agli sguardi femminili sulla condizione delle donne nel sud est asiatico. Attraverso la prospettiva di otto diverse registe, emergono così il primo film lesbico di Hong Kong e tematiche scottanti come la difficile sopravvivenza nelle Filippine o la tolleranza dell'omosessualità in Indonesia. "Tengo a sottolineare - ha concluso il direttore artistico Terminini -, che l'organizzazione del festival è stata possibile soltanto grazie al generoso sostegno del Comune di Roma e del suo Dipartimento per il Turismo". "Al taglio dei fondi pubblici per lo Spettacolo - ha proseguito polemico - si è affiancata una riduzione dell'impegno da parte dei privati e un paradossale disinteresse anche da parte del governo di Taiwan, proprio nel momento in cui dedichiamo una retrospettiva al loro cineasta più rappresentativo e facciamo di tutto per portarlo in Italia".