Michele Rech, in arte Zerocalcare, non sarà al Lido a presentare quest’oggi La profezia dell’armadillo, tratto dal suo fumetto omonimo e da lui co-sceneggiato. Aveva spiegato lui stesso via social con dei “disegnetti” la volontà di tenersi in disparte, ma certo è un’assenza che si fa notare, su cui ritorna il produttore Domenico Procacci di Fandango: “E’ partito ieri dal Lido, non ci sarà alla prima del film. Ma il nostro è stato un normale rapporto di lavoro: Michele non si allontana da film, nel caso me l’avrebbe detto prima, invece qui c’è il suo titolo e il suo nome”.

Inizialmente l’adattamento avrebbe dovuto dirigerlo, come ricorda Procacci, Valerio Mastandrea, rimasto tra gli sceneggiatori con Rech, Oscar Glioti e Johnny Palomba, “ma Valerio voleva un film diverso, più suo: poi Michele e Oscar hanno rilavorato al copione, si sono riavvicinati al libro, mancava solo il regista e ho pensato a Emanuele Scaringi, che conosco bene, per la sua sensibilità”.

Esordiente alla regia, Scaringi enumera le difficoltà - “opera prima, film piccolo e indipendente, tratto da un fumetto di successo sulla vita dell’autore” – e le speranze: “riuscire a raccontare in modo fresco i personaggi e unire l’elaborazione del lotto con il tono di commedia”.

Alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti e dal 13 settembre in sala con Fandango, La profezia dell’armadillo inquadra Zero (Simone Liberati), 27enne disegnatore che vive a Rebibbia: il suo migliore amico è Secco (Pietro Castellitto), la sua coscienza critica un Armadillo in carne e ossa (Valerio Aprea, scelto per il ruolo già da Mastandrea), il lutto che dovrà affrontare quello di Camille (Sofia Staderini), ex compagna di scuola e amore mai dichiarato.

Nel cast anche Laura Morante (Madre), Claudia Pandolfi, Kasia Smutniak, Diana Del Bufalo, Vincent Candela e Adrano Panatta, Liberati dice di “essersi svincolato dal confronto con il fumetto, senza toglierne la purezza e la complessità degli stati d'animo”, mentre Castellitto ammette che “la responsabilità c'era, ma se è troppa diventa senso di colpa e non è sano andarci sul set” e Aprea scherza: “Interpretando l’armadillo spero di non fare la fine del Jar Jar Binks di Star Wars, ovvero di non ricevere troppe minacce di morte”.

Tornando al rapporto con Rech, Scaringi dice che “Michele ci sta pensando sul film, ma è contento. Credo sia strano vedere reinterpretare la propria vita, da parte nostra, abbiamo cercato di essere fedeli il più possibile al suo mondo, senza sfruttarlo né inseguirlo, ma il film è autonomo”, e Procacci precisa: “Lo firma come sceneggiatore, ma è un film di Scaringi da Zerocalcare, non di Zerocalcare. E alla fine Michele ha chiesto di non essere coinvolto nella promozione di un lavoro che ha la firma di un altro, questo è il motivo per cui non è qui a Venezia”.

Del suo cammeo, Panatta dice: “L’ha scritto Domenico e quando me l’ha proposto ho pensato che non stava bene. Mi ha mandato il copione sul telefonino, non l’ho letto, ma ho fatto la scena un po' mia: sono me stesso, nessuno sforzo – detto senza presunzione – ho solo gigioneggiato un po’”.