Un film difficile che ha per protagonista un perdente e un po' se la prende anche con la società statunitense e il mito del sogno americano. Un'opera prima scomoda che "i grandi studios hollywoodiani hanno avuto paura di distribuire" come racconta il regista Niels Mueller. Questo è The Assassination, film già presentato in "Un Certain Regard" al festival di Cannes e in uscita nelle sale italiane il 25 febbraio distribuito da Lucky Red. "Racconto cosa succede a un fallito in un paese come l'America in cui tutti inseguono la vittoria" spiega Mueller che è riuscito a far innamorare del progetto anche Sean Penn e ad affidargli il ruolo del protagonista, accanto a Naomi Watts e Don Cheadle. "Dopo mezz'ora dal nostro primo incontro mi disse che avremmo fatto il film e io mi sono fidato di lui perché è una persona d'onore che mantiene le promesse". Con questo importante biglietto da visita è riuscito a coinvolgere, in qualità di produttori, Alexander Payne, Alfonso Cuaron e Leonardo Di Caprio. The Assassination si ispira a una storia vera: quella di Sam Bicke, un commerciante di mobili che, nel 1974, tentò di uccidere il presidente Usa Richard Nixon. "Mi sono imbattuto per caso in questa vicenda - racconta il regista -. All'inizio volevo fare un film di pura finzione su un uomo che nel '64 progettava di assassinare il presidente Lyndon B. Johnson. Cercando in Internet è venuto fuori il personaggio di Bicke e il fatto che avesse preso di mira un'icona come Nixon mi ha spinto definitivamente a spostare l'ambientazione di dieci anni. Ma - prosegue - è stata una sorpresa scoprire che oggi la politica americana di Bush si trova a coincidere con quella che è stata la politica all'epoca di Nixon. Involontariamente abbiamo realizzato un film molto più attuale di quello che avevamo in mente quando l'abbiamo iniziato a scrivere con Kevin Kennedy e alla Casa Bianca c'era Bill Clinton". La politica fa, tuttavia, soltanto da sfondo alla vicenda del protagonista. "The Assassination non prende una posizione - spiega il regista - tant'è che ha dato fastidio sia a destra che a sinistra. Quello che a me e Penn interessava era la storia di un uomo inerme e solo di fronte alla società. In America la nozione di sogno americano è legata al concetto di self-made man, ossia di colui che riesce a farcela con le proprie forze e diventa padrone della sua vita. Niente più capi o superiori ai quali rendere conto. Chi non riesce in questo viene considerato un perdente ed emarginato. Ma un'anima persa in queste condizioni può diventare molto pericolosa. E questo è quello che racconta il film. La condizione di impotenza di Bicke riflette quella della maggior parte della popolazione americana".