Una ricca cittadina del nord Italia. Una famiglia borghese. Sette protagonisti ognuno dei quali incarna uno dei sette vizi capitali. Tra questi, il marito (Marco Giallini) e la moglie (Michela Cescon), la figlia (l’esordiente Monica Billiani), il prete (Vinicio Marchioni), il poliziotto (Massimiliano Gallo), il medico (Bebo Storti) e Sonja (Cristina Fluter), che interpreta una donna rumena venuta in Italia per lavorare insieme a suo figlio adolescente (l’esordiente Ioan Tiberiu Dobrica).

Il nuovo film di Ivano De Matteo, dal titolo Villetta con ospiti, in uscita nelle sale il 30 gennaio distribuito da Academy Two, è “una commedia tagliente e cattiva che cerca di insinuare dei dubbi, un po’ noir, accompagnata dalla musica jazz e da situazioni fumose”, come dice il regista.

Villetta con ospiti
Villetta con ospiti
Villetta con ospiti
Massimiliano Gallo e Marco Giallini in Villetta con ospiti

Non è un caso se questo film che parte “dall’idea della famiglia intesa come comunità e dal presupposto che nessuno è salvabile” sia ambientato nel nord Italia, precisamente nel nord-est, una zona che Valentina Ferlan, moglie di De Matteo e cosceneggiatrice della sceneggiatura, conosce molto bene, essendo nata a Trieste. “Abbiamo scelto come cornice quella del nord est per evitare l’ambiente sociale degradato, un luogo nel quale ci si aspetta possa accadere qualcosa di terribile. I nostri personaggi potrebbero scegliere la via corretta, sono in bilico e pieni di punti interrogativi”, spiega lei.

Michela Cescon in Villetta con ospiti

“La prima parte è come un imbuto, poi lo spettatore viene portato per 45 minuti dentro questo luogo-non luogo che è la villetta, altro attore fondamentale del film”, dice il regista, che è un grande ammiratore del programma tv Chi l’ha visto? e che aveva questo lungometraggio in mente da tempo, colpito da un fatto di cronaca avvenuto nella provincia italiana: un fatto efferato in un contesto perbene.

Al centro del film c’è il grande tema della difesa personale. “Un tema che volevo affrontare da tempo - racconta-. Senza voler accusare o dare giudizi. Raccontando come la paura di perdere tutto ci possa far compiere atti impensabili, di cui non ci riteniamo capaci. Non metterei la mano sul fuoco neanche su me stesso. Nemmeno su mio figlio. Una sera anche lui potrebbe ubriacarsi e uccidere qualcuno”.

Ivano De Matteo (già regista di film come Gli equilibristi o La bella gente) riflette dunque sull’ambiguità della legittima difesa e sull’assenza delle istituzioni, rappresentando uno spaccato di società sganciata da chi la dovrebbe rappresentare. “Il mio non è un cinema politico, ma allo stesso tempo c’è la politica - sottolinea-. Si toccano alcuni temi sociali. Qui non c’è mai un giudizio, perché il primo imputato sono io. Non credo di poter cambiare il mondo con il mio cinema, ma di far venire qualche dubbio, quello sì”.

Bebo Storti e Marco Giallini in Villetta con ospiti

Nel film c’è anche un continuo parallelismo tra quello che accade nella natura (si vedono vari animali: ricci, lupi e caprioli) e la galleria dei vari personaggi. “Lo abbiamo messo perché anche la natura ha un aspetto doppio - spiega Valentina Ferlan-. Puoi stare di fronte a un paesaggio e sentirti estremamente sereno, poi all’improvviso può arrivare un temporale e tutto cambia. Quello stesso paesaggio di colpo può diventare crudele”.

Nessuno dei protagonisti è accusabile di nulla anche se, tutti insieme, si macchieranno del peggiore dei peccati. Quale è il peggior vizio capitale di oggi?

“Adesso c’è molta invidia per tante cose, non solo materiali, e poi c’è un’ira sfrenata”, dice il regista. Per Giallini “oggi tutti sanno tutto e tutti parlano”, per Storti “l’ignoranza, la stupidità e l’analfabetismo funzionale”, per Gallo “l’intolleranza verso l’altro” e per Cristina Fluter non c’è solo una risposta, ma il problema è “l’essersi discostati dai nostri cuori, divenendo sempre più meschini e cattivi e facendoci del male”. Infine conclude Vinicio Marchioni: “Tutti siamo convinti di essere migliori di qualcun’altro e non teniamo conto che ci si prova. Questo include anche la possibilità di fallire, che è  però ciò che ci dà la possibilità di crescere”.