“È la cronaca di due esistenze rubate. Per un po’ la coppia è felice, poi si rendono conto di non poter più scegliere come gestire le loro giornate, perché c’è una battaglia in corso, devono allontanarsi. Ma allo stesso tempo sono ancora sposati, sono ancora genitori, nonostante gli avvocati e il tribunale. Devono riuscire a trovare un equilibrio tra tutti questi elementi, passando anche del tempo con il loro bambino”, spiega Noah Baumbach, autore di Marriage Story, da noi Storia di un matrimonio, disponibile su Netflix dal 6 dicembre.

Baumbach racconta di un divorzio. Lei è un’attrice, e si sente oppressa dal marito, un importante regista teatrale. Hanno un figlio, e la lotta per l’affido è appena iniziata. I due sono Adam Driver e Scarlett Johansson. “Questa è la quarta volta che collaboro con Adam, e ho pensato a lui fin dall’inizio. Con Scarlett e Laura Dern sono stati fantastici. Mi davano la sicurezza di poter osare, di poter rischiare anche qualcosa in più”.

Una delle sequenze centrali è quella dello “scontro” tra i protagonisti. “Sulla sceneggiatura questa scena era lunga 11 pagine e ci sono voluti due giorni di riprese per realizzarla. Adam e Scarlett si sono esercitati molto sul ritmo, sulla musicalità delle battute. Abbiamo girato con una sola macchina da presa, e nella stanza eravamo praticamente da soli. È stato necessario anche fermarsi, fare una passeggiata fuori dal set per prendere un po’ d’aria. A colpire è l’emozione, il sentimento che traspare. Tra la prima e la seconda bozza di questa vicenda è cambiato tanto, ho scritto anche nuove scene. Poi in fase di montaggio abbiamo tagliato qualcosa, ma lo sforzo più grande è stato soprattutto sullo script. Le mie unità di misura sono tempo e spazio, da applicare ai miei personaggi”.

L’iconico Paris Theatre di Manhattan aveva chiuso i battenti, ma Netflix ha scelto di riaprirlo. E il primo film a essere proiettato sarà proprio Storia di un matrimonio. “Sono cresciuto a New York, è fantastico. Non è stato facile per Netflix: è un edificio molto grande, prima di essere un cinema. Per la città è qualcosa di vitale, di energico, soprattutto in questo periodo di crisi”.

Baumbach aveva già portato sullo schermo il tema del divorzio ne Il calamaro e la balena. “In Storia di un matrimonio ho affrontato la separazione dei miei genitori dal loro punto di vista, mentre ne Il calamaro e la balena lo sguardo era quello del bambino. Ma me ne sono accorto più tardi. Poi è da un po’ che non lo rivedo”.

Il film si svolge tra New York e Los Angeles. “Queste metropoli sono collegate, per esempio dall’industria, dalle major. Ma sono anche molto lontane. Ho voluto esplorare il concetto di casa, con il padre nella Grande Mela e la madre che vive in una villa a LA. Sembra che siano entrambi luoghi di transizione, senza una storia, senza ricordi”.