"Siamo in un mondo in cui ci sono troppi uomini, e gli uomini sono un problema per questo mondo". Sogna una società di sole donne Kaan Müjdeci, intervenuto in conferenza stampa a Venezia per presentare l'unico titolo turco in gara, Sivas. "Tutto quello che succede di male - aggiunge tra il serio e il faceto il regista - capita a causa degli uomini. Se vivessimo in un mondo al femminile i nostri problemi si chiamerebbero Chanel o Dolce e Gabbana".
La stoccata contro quelli del suo stesso sesso è comprensibile a chi abbia visto Sivas, uno spaccato durissimo dell'Anatolia (con tanto di accese proteste di alcuni giornalisti turchi ieri alla premiere per la stampa), dove si vedono pochissime donne e troppi uomini, e in cui le cose in effetti prendono una piega sgradevole: "Siamo figli di quel posto - dichiara Müjdeci - e non abbiamo dovuto inventare nulla".
Ambientato in un villaggio rurale, il film racconta il difficile apprendistato alla vita di un bambino di nemmeno dieci anni e il suo ingresso nella comunità degli adulti, tra spintoni, violenza verbale e combattimenti illegali tra cani, pratica molto diffusa nel villaggio. Centrale in Sivas è proprio la relazione tra il protagonista, interpretato dal piccolo Dogan Izci, e il suo grosso cane da combattimento, un'amicizia che da tenera si rivelerà rapporto di sfruttamento. "I bambini nascono innocenti, poi succede qualcosa nell vita che li trasforma", dice il filmaker turco, che però rifiuta di etichettare il suo film in qualsivoglia maniera: "Siamo nel 2014, e non penso che i film debbano avere un messaggio. Ho cercato di fare le cose come mi venivano, ho osservato, ho visto i cani per terra, la steppa, ho cercato di far parte dei miei personaggi, sentendomi un bambino quando riprendevo un bambino, un adulto quando riprendevo un adulto, un cane quando riprendevo un cane. E' tutta farina del mio sacco, non ci sono state molte influenze", rivela. E chiude fugando ogni sospetto sui presunti abusi commessi sui cani in sede di ripresa: "Il sangue che si vede non è vero. Esistono delle tecniche che permettono ai cani di non farsi male".