"Una metafora dell'accoglienza e del crogiolo culturale che il nostro paese rappresenta da anni". Così l'argentino Daniel Burman descrive El abrazo partido, il suo film vincitore all'ultimo festival di Berlino del Gran Premio della Giuria e dell'Orso d'Argento per l'interpretazione di Daniel Hendler. A Roma con l'attore uruguaiano per presentare la pellicola - in 50 sale dal 28 maggio, distribuita dall'Istituto Luce -, Burman spiega: "La tolleranza è per noi argentini un valore fondamentale. Il naturale prodotto di una storia che ci ha educato alla convivenza con tante culture diverse. Per l'Europa si tratta invece di un'ambizione: un obiettivo ideale di cui si fa tanto parlare, ma che è ancora lontano dall'essere interiorizzato".

Scritto e sceneggiato dallo stesso regista, El abrazo partido racconta la storia di Ariel, un ebreo di origine polacca che lavora all'interno di un centro commerciale di Buenos Aires. Anche il fratello e la madre sono impiegati nella "galleria", come viene chiamata, insieme a negozianti di tutte le nazionalità. Il padre, invece, ha lasciato la famiglia per andare a combattere in Israele il giorno dopo la circoncisione di Ariel. Da allora, il protagonista inizia un lungo percorso alla ricerca dell'identità: "Un tema che mi ossessiona da tempo - racconta Burman -, e che trova riscontro nella stessa realtà dell'Argentina: un paese in profonda evoluzione, che tra mille difficoltà sta cercando il modo di rialzare la testa e di sopravvivere". Di film "figlio della crisi economica" il regista non vuole però sentir parlare: "Considero l'associazione rozza e limitativa. L'unico legame deriva dalla sua appartenenza a una realtà che nel complesso non può che lasciare il segno".

Un paese in difficoltà che investe nei suoi registi è secondo Burman tutt'altro che un paradosso. "E' primitivo pensare che il cinema sia un vezzo riservato alle nazioni ricche -dice-. Si tratta invece di cultura, di industria, ma anche di un modo per farsi ambasciatori della storia e della condizione di un popolo". Ne è testimonianza il percorso di El abrazo partido: coproduzione internazionale fra Argentina, Italia, Spagna e Francia, che lanciata dal successo al Festival di Berlino, uscirà a dicembre anche negli Stati Uniti."Il riscontro internazionale avuto finora ci dà fiducia e conferma il valore della cooperazione con l'Europa - spiega Burman -. Lo dimostrano la qualità dello sforzo coproduttivo e dei risultati finora ottenuti. Negli ultimi anni, il cinema argentino è cresciuto molto sia sul mercato interno che su quello internazionale. Marciando a un passo diverso da quello del resto dell'economia nazionale, siamo riusciti a guadagnare in molti paesi una posizione di parità rispetto ai film indipendenti americani".

Daniel Hendler, vincitore a Berlino dell'Orso d'Argento per l' interpretazione di El abrazo partido, sarà protagonista anche del prossimo film di Burman. Si chiamerà Legado e, secondo quanto anticipa lo stesso regista, si tratterà di un'ideale conclusione della trilogia iniziata nel 2000 con Aspettando il Messia. Come i precedenti sarà ambientato nello stesso quartiere di Buenos Aires e racconterà, in forma di commedia, la storia di una famiglia di avvocati. L'inizio delle riprese è previsto per il mese di gennaio.