“Ho avuto l’opportunità di ricontestualizzare questa storia, di portarla ai giorni nostri. È stata una sfida. Al buio di una sala cinematografica si spengono i telefoni, ci si immerge nelle immagini che scorrono sul grande schermo. A casa invece ci sono molte distrazioni, il rischio è anche quello di perdersi dei dettagli, delle sfumature. L’obiettivo è quindi di regalare un’esperienza capace di catturare l’attenzione del pubblico”, spiega il regista Barry Jenkins, che ha diretto i dieci episodi di The Underground Railroad, disponibile su Amazon Prime Video dal 14 maggio. Il progetto è tratto dall’omonimo romanzo Premio Pulitzer di Colson Whitehead.

“È una serie che racconta di un viaggio, è un’epopea basata sul movimento”, aggiunge Jenkins. La vicenda è ambientata nell’Ottocento, negli Stati Uniti. Cora è una schiava di colore, lavora nelle piantagioni. Scappa, attraversa gli Stati Uniti nella speranza di trovare un luogo in cui poter vivere da essere umano.

Cora ha il volto di Thuso Mbedu: “Questa è stata la mia prima grande esperienza internazionale. Quando ho letto La ferrovia sotterranea ho capito che era qualcosa di importante, di immenso. Mi ha messo alla prova, ma ce l’ho messa tutta”. E sui suoi modelli di riferimento: “Amo molto Viola Davis, Meryl Streep e Angela Bassett”.

 

A inseguire Cora c’è il cacciatore di schiavi Ridgeway, interpretato da Joel Edgerton.   “Avevo paura di non essere adatto, si tratta di un personaggio estremamente complesso. Ho imparato molto dalle persone che ci hanno accompagnato in questi mesi. La grande lezione che mi hanno sempre insegnato è di non sottovalutare nessuno, perché tutti hanno qualcosa da trasmetterci”.

Aaron Pierre è Caesar, l’uomo con cui Cora fugge dalla Georgia: “Il rapporto di fiducia con Thuso è nato durante le prove. È un’amicizia solida, e quel tipo d’intesa l’abbiamo mantenuta anche quando andavamo in scena”. Infine Sheila Atim è Mable, la madre di Cora: “In un mondo dove è la morte a regnare, Mable crede nella vita, anche se sa di non poter crescere una figlia in quella situazione. È una vittima, ma al tempo stesso non vuole abbattersi”.

La Ferrovia Sotterranea era in realtà un’organizzazione che cercava di portare gli afroamericani negli Stati dove la schiavitù era stata abolita. L’intuizione di Colson Whitehead è stata quella di dare una forma “fisica” ai treni, ai tunnel. “Quando ero bambino e sentivo parlare della Underground Railroad ho pensato subito che esistesse veramente. Ho portato questa suggestione sul set, infatti è stata una delle prime scenografie che abbiamo costruito. Poter toccare con mano i vagoni, le rotaie, è stato come mescolare simbolismo e realismo. L’immaginazione è diventata verità, e mi ha aiutato ad andare avanti. Mi sono dato una rotta, e ho deciso di rispettarla. Ho realizzato questo progetto nel rispetto di chi, prima di noi, da innocente è stato costretto a soffrire”, conclude Jenkins.