Passato e presente si intrecciano nell'appuntamento che chiude la sezione Alice nella città. “Un evento per cui, secondo qualcuno, ci siamo guadagnati i pantaloni lunghi”, dice il curatore Gianluca Giannelli. Due generazioni a confronto su cinema e dintorni: Andrea Camilleri, lo scrittore che ha dato vita al personaggio di Montalbano e l'attore Michele Riondino, che del celebre Commissario interpreterà gli anni della giovinezza nel prequel per la tv, ancora in preparazione. “Non ho mai cercato di influenzare la produzione sulla scelta del casting - spiega Camilleri - ma è stato subito chiaro come Michele fosse assolutamente adatto a questo ruolo”. Un ruolo che non è stato mai descritto in nessuno dei romanzi ma solo raccontato e sviscerato in lunghe chiacchierate tra l'interprete e l'autore. Che confessa: “Dover esternare le caratteristiche di un personaggio che finora era vissuto solo nella mia immaginazione mi ha commosso. E' stato come se, improvvisamente, il mio protagonista avesse un figlio, un erede”. La stessa emozione condivisa da Riondino, che si dichiara “orgoglioso della fiducia dimostrata da Andrea”. “Il mio – annuncia - sarà un Montalbano sanguigno e pratico, immerso nella sicilianità e ricco di dettagli”. E dopo aver ricordato il film La scomparsa di Patò - proiettato dal Festival nella sezione eventi speciali - si discute di cinema e di passato. “ Il mio approccio alla sala e allo schermo è avvenuto nel primi anni '30, in tenera età, con prodotti ingenui e manichei, o in certi casi, di scarsissimo valore”, racconta Camilleri, riferendosi ai B movie americani, alla nascente industria italiana e a quella tedesca di propaganda. “E seppur io sia sempre stato un appassionato di Camerini - prosegue - avrei dovuto aspettare il '38 ed il Fronte Popolare Francese per avere registi del calibro di Carné e Duvivier”. Tutt'altra situazione quella vissuta da Michele Riondino, immerso nella cultura anni '80, “nell'epoca in cui registi come Fellini dovevano lottare contro l'ascesa del duopolio televisivo”, spiega l'attore. E a Montalbano, invece, cosa sarebbe piaciuto nella Catania anni ‘50? “Sarebbe stato molto fortunato - risponde il suo creatore - perché avrebbe avuto a disposizione un grande cinema e delle grandi scelte”. Dal passato al presente, Camilleri non si risparmia: “Il cinema italiano sta vivendo un momento di enorme difficoltà produttiva, per via della scarsità dei mezzi e della preoccupante svalutazione della cultura”. E sui giovani emergenti: “Non sono per niente ottimista. Potrà sembrare un paradosso ma ai miei tempi, sotto il fascismo, si era molto più liberi di oggi”.