A Cannes 2019 il suo Il lago delle oche selvatiche (The Wild Goose Lake) ebbe per spettatore d’eccezione Quentin Tarantino, all’IFFAM di Macao il regista cinese Diao Yinan, già Orso d’Oro a Berlino 2014 con Black Coal, Thin Ice, ha strappato una promessa a Juliette Binoche, a cui ritaglierebbe un ruolo su misura: “Mais oui, lavoreremo insieme”.

Cinefilo e talentuoso, Diao svela in esclusiva al daily cinematografo.it l’alchimia del suo noir, un’alchimia molto italiana: “E’ un film di Michelangelo Antonioni diretto da Sergio Leone”.

Nel cast Gwei Lun mei, Liao Fan e Hu Ge, tra gangster e prostitute, tradimenti e vendette Diao travasa tanta storia del cinema, da M - Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang a Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard: ogni inquadratura sa di antico e nuovo insieme, è colta e personalissima. Ci sono soluzioni magistrali, quali l’incontro sessuale tra il bullo gentile e la disarmante peiyongnv e l’esecuzione con l’ombrello: quanta bellezza, quanto stile.

Da domani 13 febbraio Il lago delle oche selvatiche è nelle nostre sale con Movies Inspired.

Diao, al Festival di Cannes ha definito Il lago delle oche selvatiche il contrario dell’utopia. Che cosa intende?

Nel film ho cercato di rappresentare l'opposto dell'utopia, la distopia, ovvero quell'area grigia fatta di bar malfamati, prigioni, rovine, cimiteri, villaggi all'interno delle città. Un fenomeno molto cinese. In questi luoghi a volte le persone sognano davvero, dunque, che tipo di avventure possono originarvi?

Con il suo precedente Black Coal, Thin Ice (Fuochi d’artificio in pieno giorno), Orso d’Oro a Berlino 2014, ha mescolato crime e realismo sociale, viceversa, qui il noir sembra prevalere.

In Black Coal, Thin Ice il realismo era prevalente, ma qui non è eluso: ci sono scene di ladri che si incontrano, di piccoli imprenditori che si riuniscono, quello che chiamo "paesaggio sociale". Tuttavia, questo film esalta di più il linguaggio cinematografico puro: se Black Coal, Thin Ice aveva una storia più sviluppata, una trama poliziesca più tradizionale, qui il racconto si fa più esile e semplice, permettendomi di esplorare maggiormente l’aspetto formale.

Vale a dire?

In The Wild Goose Lake il contenuto semplificato serve sopra tutto a mostrare stili diversi. Uso tutti gli abituali strumenti del film d'autore per realizzare una sorta di film commerciale: questo è stato il mio approccio generale. Per capirci, è come se Sergio Leone avesse girato un film di Michelangelo Antonioni, ovvero come se il defunto regista King Hu (Hu Jinquan, NdR), campione dell’action anni Sessanta e Settanta, girasse un mio film.

Una prostituta e un gangster sui generis: dove ha trovato i protagonisti?

Qualche anno fa, c’era chi si guadagnava da vivere rubando motorini con grande destrezza: allora era un'attività redditizia, oggi non più. Alcuni attori del film erano appena usciti di prigione nel momento in cui abbiamo fatto le riprese, ed erano stati reclusi proprio per aver rubato questi scooter.

E la prostituta o, meglio, la peiyongnv (bathing beauty) invece?E’ una vera professione, una volta viaggiando ho visto queste donne che facevano il bagno e intrattenevano. Di solito provengono da ambienti poveri, e il motivo di questa professione è sopra tutto economico: per andare con un cliente non ti serve una stanza, gli affari si concludono in acqua e nessuno vede che succede. Comunque è difficile e usurante, perché devono trascorrere molte ore in mare e in spiaggia.

Ispirazioni particolari?

M - Il mostro di Dusseldorf di Fritz Lang, per come inserisce stili diversi nel film, e Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock, di cui da sempre ammiro la suspense: ho provato a mutuarne qualche elemento nel mio lavoro.

C’è un ombrello usato come arma letale: come le è venuto?

Tranquilli (ride), è solo la mia immaginazione: non succede nella vita reale!

La Cina oggi è terreno fertile per il crime noir?

In origine il genere noir era prerogativa di film commerciali, ma la crescente sperequazione tra chi ha tutto e chi niente, tra ricchi e poveri nella Cina attuale alimenta il crimine e dunque apre al crime sul grande schermo: il realismo sociale rivendica il genere, il noir riflette ciò che accade oggi.

Registi italiani?

Tanti, se non li dico tutti, mancherei di rispetto verso qualcuno. Neorealismo, anni Settanta, ho visto di tutto e più di una volta.

Garrone o Sorrentino?

E l’horror, no? E i vostri film erotici, persino i porno, no?