Una commedia agrodolce, con Laura Chiatti entreineuse, per raccontare la Bologna degli anni '50 dagli occhi di un adolescente. Le prime anticipazioni su Nel tepore del ballo di Pupi Avati arrivano da Luigi Lo Cascio, nel cast del film insieme a Neri Marcoré, Diego Abatantuono, Gianni Ippoliti e Luisa Ranieri. "Un cast molto bello - racconta dal festival di Taormina, dove ha tenuto una lezione agli studenti -, non soltanto per il rapporto che si crea fra noi, ma anche perché ci costringe tutti a ruoli per noi completamente insoliti". Blindatissimo sui dettagli, Lo Cascio conferma però le atmosfere che accompagnano questo ritorno di Avati nella sua Bologna di mezzo secolo fa: "La sua particolarità è quella di raccontare cose che hanno sempre a che fare con la memoria. Mondi che se non ci svelasse lui, probabilmente neanche conosceremmo. Con tutto il fascino e l'onda di commozione che lo contraddistinguono, sta riuscendo ora in un film che è anche divertente. Una commedia che tocca corde nostalgiche e malinconiche, ma è pervaso da una fortissima vis comica". Prospettiva d'eccezione di questo spaccato, per cui si sta dividendo con il set tunisino di Baaria, è quella di un adolescente: "Un ragazzo - spiega ancora Lo Cascio -, che si affaccia con sguardo curioso su questa realtà per lui misteriosa e del tutto avvincente". Da poco al lavoro per Miracolo a S. Anna di Spike Lee, l'attore simbolo dei Cento passi rompe poi l'embargo sul film di Tornatore, lasciandosi scappare qualche indiscrezione sul set che l'aspetta a Tunisi: "La cosa più incredibile è la dettagliatissima ricostruzione di Bagheria attraverso i secoli. Lo sforzo titanico è dovuto proprio a questo: non si è trattato semplicemente di riprodurre la strada o la piazza del paese, ma di ricostruirlo tutto a grandezza naturale e mostrarne i cambiamenti nell'arco del tempo". Fulcro della storia, secondo quanto anticipato dallo stesso regista, sarà infatti l'epopea di tre famiglie, che scandiscono i cambiamenti e la vicenda per quasi un secolo. Al servizio della storia, insieme a Lo Cascio, Frassica e tanti altri, oltre 50 nomi del cinema italiano, che Tornatore assimila ai "coreuti" dell'antica Grecia: "Si tratta infatti di un ritorno al teatro delle origini - conferma Lo Cascio -. Un film corale in cui facciamo appena delle apparizioni, mettendoci al servizio della storia. Il sacrificio è però soltanto apparente, perché nel cinema è così: alla fine si è più oggetti che soggetti. Semplici strumenti a disposizione del regista. E' lui a decidere cosa inquadrare, che spazio darti, come e quanto farti parlare". Non c'è però rammarico nelle parole di Luigi Lo Cascio: "Anzi. In situazioni come queste, a prevalere è il piacere della condivisione, senza esporsi direttamente in prima linea". Sensazione che, nel suo racconto, contraddistingue anche la recente esperienza di Miracolo a S.Anna, il film sulla dimenticata strage di S. Anna di Stazzema, che ha poco girato in Toscana per Spike Lee. Fra gli altri sul set insieme a Pierfrancesco Favino, di questo ritorno alle trincee della seconda guerra mondiale, Lo Cascio ricorda soprattutto l'estrema disponibilità del regista afroamericano: "Con me è stato molto simpatico e spiritoso - racconta -. Giocando sul fatto che non sapevo l'inglese, ha messo appunto per me un linguaggio speciale, fatto di sguardi, sorrisi, mezze parole. Essendo poi arrivato a riprese iniziate, con me si è dimostrato subito estremamente comprensivo. Ha capito il mio spaesamento e, per quel poco che ho fatto, mi ha fatto sentire completamente a mio agio".