La voce calma e precisa del regista romano Carlo Lizzani come guida in questo Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani di Francesca Del Sette, documentario del 2007 sulla parabola umana ed artistica di uno dei più grandi intellettuali italiani. Proposto al 24mo Evento Speciale a lui dedicato, nell'ambito della 46ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, il lavoro della Del Sette ripercorre, anche attraverso le voci e i ricordi dei molti attori che hanno lavorato con lui, una buona parte del secolo scorso fino ad arrivare ai giorni nostri: Virna Lisi, Dario Fo, Stefania Sandrelli, Giuliana De Sio, Massimo Ghini, Michele Placido, Giancarlo Giannini, Barbara De Rossi; e ancora, i commenti dei registi e dei critici cinematografici che con Lizzani hanno condiviso amicizia e lavoro, come Giuliano Montaldo, Tatti Sanguineti, Angelo Guglielmi, Enrico Magrelli, Giorgio Gosetti. Dall'infanzia vissuta nell'Italia degli anni Trenta agli esordi nel mondo del cinema come aiuto regista (dopo avere confessato di aver desiderato a lungo  diventare uno scrittore), poi l'impegno come sceneggiatore fino ad arrivare, nel 1951 con Achtung! Banditi!, alla sua prima regia: film d'esordio già all'epoca considerato un capolavoro. Racconti e aneddoti che abbracciano la storia d'Italia dal Fascismo imperante fino ad oggi, un'amplissima panoramica sull'uomo, prima ancora che sul regista e l'intellettuale, e sugli incontri con molti dei più autorevoli personaggi della cultura e della politica del nostro Paese le cui vite ed esperienze si sono venute ad incrociare con quelle di Lizzani, riproponendo per noi, oggi, quell'humus fertilissimo che, nonostante le difficoltà sotto il regime prima e l'avvento della guerra poi, ha prodotto le menti più attive e raffinate che dal dopoguerra in poi hanno reso l'Italia, soprattutto nella letteratura e nel cinema, un Paese all'avenguardia.
Il fortuito ritrovamento di un inedito backstage del '51 girato da un regista australiano ci fa tornare, a conclusione del documentario, al punto di partenza della carriera di Lizzani dopo un largo volo sulla memoria. Un efficace, sensibile e complesso lavoro di montaggio che fa di quest'opera un giusto riconoscimento ad una delle figure più autorevoli della cultura italiana.