"Non è un film di supereroi, perché siamo tutti potenziali supereroi: se è vero che usiamo solo il 10% del nostro cervello, e forse anche del nostro spirito". L'occasione per scoprire il supereroe che sta dentro di noi, per Dustin Hoffman è Kung Fu Panda, la nuova animazione DreamWorks, presentata in anteprima mondiale al festival di Cannes e in uscita in oltre 700 sale italiane il 29 agosto, distribuita da Universal. Con Hoffman, presenti a Roma anche Jack Black, voce originale del protagonista, il panda Po, il suo alter ego italiano Fabio Volo, e il produttore Jeffrey Katzenberg, mentre assente giustificata è la Tigre in gravidanza Angelina Jolie.

"Una grande gioia - dichiara ironicamente Jack Black - essere entrato nella storia del kung fu, come Jackie Chan e altri grandi. Certo, ora sono pieno di lividi...", mentre Katzenberg, che ringrazia gli oltre 400 artisti impegnati nel film, parla di "una lettera d'amore ai quattromila anni di storia, arte e cultura della Cina: dalle stoffe alle architetture, abbiami cercato un garnde realismo, e un grande rispetto". "Per la prima volta - gli fa eco Dustin Hoffman - interpreto un personaggio già interamente predefinito su carta. Quando l'ho visto, pensavo fosse un ratto: ho voluto trasformarlo in un mini panda rosso, anche se il suo naso non mi piace...".

Poi la star hollywoodiana fa a gara di simpatia con Fabio Volo: prendendo spunto dal passato di panettiere dell'attore bresciano, Hoffman rivela le strategie seduttive di Volo, che conquisterebbe le ragazze al grido di "Ti faccio una bella rosetta?", oppure, ispirandosi al prossimo e rivoluzionario film in 3D della DreamWorks, Mostri contro alieni (in uscita a Pasqua 2009), con "Che ne dici, ti piacerebbe vedere il mio 3D?".

Ricambia il favore Volo, dichiarando che farà di tutto "per stare il più vicino possibile a Hoffman, così mamma e zia saranno orgogliose". Inoltre, per lo showman nostrano Kung Fu Panda è "un film autobiografico: Po lavora col padre in una spaghetteria, io facevo il panettiere, e come lui sentivo di poter fare di più. Certo, quando mi hanno detto di aver pensato a me per dare voce a un animale cicciottello e imbranato.... Comunque, devo ringraziare il direttore del doppiaggio, che sentendo il mio panda bresciano, mi diceva: "Bene, ora rifacciamola in italiano...".".

Da ultimo, parola a Hoffman, che rimpiange di non aver accettato una parte ne La città delle donne di Fellini per la sua ostilità - ora sconfessata - al doppiaggio: "Kung Fu Panda dimostra come dobbiamo usare le nostre energie per migliorarci: è l'uomo è il peggior nemico di sè. Ci limitiamo sempre, non azzardiamo mai, viceversa, dobbiamo fare leva sul nostro potenziale". Kung Fu!

Foto Pietro Coccia