Incontrarsi a un party, finire a letto in un motel e cercare di carpire con innocenza e tenerezza le reciproche verità. E poi lasciarsi da imperfetti sconosciuti. E' quanto accade in En la cama (In Bed) diretto dal 27enne cileno Matias Bize e in concorso alla 22esima edizione di Festroia, il festival portoghese in programma a Setubal fino all'11 giugno. Ancor prima di diplomarsi alla scuola di cinema cilena, nel 2003 Bize aveva già vinto con l'opera prima Sabado il Premio Fassbinder al festival di Mannheim. Sabado è un unico piano-sequenza di 65': "Ho voluto diventare regista - dice Bize - nel modo più semplice e tautologico, ovvero realizzando un film mentre ancora studiavo". Il successo di questo esordio, distribuito in sala in Germania e in Cile e acquistato da molti Paesi, ha permesso al filmaker di poter usufruire di un budget, pur risicato (150.000 dollari dal trattamento all stampa in 35mm), per la realizzazione del successivo In Bed, con cui è divenuto il più giovane regista ad aggiudicarsi la Spiga d'oro del festival di Valladolid nel 2005. "Due attori e una stanza: è questa l'idea fondante del film, che ho girato in continuità con due mini-DV in un vero motel in Cile", dice Bize. "Fondamentale - prosegue il regista - è stato il lavoro con gli attori: un mese di prove, a cui hanno partecipato anche i tecnici per instaurare quella intimità indispensabile allo sviluppo della cronaca amorosa di Bruno e Daniela". Il risultato è un mix di delicato equilibrio tra le ragioni della carne e quelle dello spirito, ovvero della conoscenza e del "potere" della conoscenza. Leitmotiv è'ironia, che sottende anche le confidenze più dolorose e che porta In Bed in territori già peculiari allo humour di Woody Allen. In Bed è finora il titolo dei quattordici in concorso a Festroia che ha convinto maggiormente, con una poetica minimale che nel trasparente rispetto delle unità di tempo, luogo e azione trova la forza di superare le limitazioni del budget, ovvero di non farle percepire allo spettatore. Ma Bize non si ferma e ha appena finito di girare nel capoluogo catalano, su invito del festival digitale di Barcellona, Lo bueno de llorar (The Good of Crying) con Vicente Ndongo e Alex Brandemull, già interpreti de La ciudad. "Quasi un sequel capovolto di In Bed: qui una coppia dopo cinque anni decide di lasciarsi durante una notte a Barcellona, che - dice Bize - ho cercato di riprendere senza concessioni a un estetica da turista". Un altro film molto personale, su una separazione senza traumi, ma ineluttabile, in cui l'amore non viene meno. "Monterò il film, fotografato dal mio abituale collaboratore, a luglio e agosto per poi presentarlo ai festival internazionali da novembre", quindi tornerà in patria per girare Walking, storia dell'incontro casuale tra un ragazzo cileno e una ragazza argentina ed ennesima esplorazione dell'universo relazionale giovanile. Che Bize accosta con reale e consapevole indipendenza: chi a 27 anni rifiuterebbe l'invito di Hollywood a girare il remake di In bed con star internazionali? "Non mi interessava" dice Bize. Con umiltà.