Dopo l'anteprima italiana di El nido vacio di Daniel Burman in apertura, oggi in cartellone a Tertio Millennio un'altra premiere prestigiosa: Valzer con Bashir (Waltz with Bashir) dell'israeliano Ari Folman, reduce dagli applausi del festival di Cannes e in uscita il 9 gennaio con Lucky Red in 25-30 copie.
Se ci si chiede cosa sia successo in Medioriente, ecco l'agghiacciante risposta: la storia è ambientata agli inizi degli anni '80 in Libano, durante l'incursione israeliana. Da tempo il regista voleva realizzare un film su quei fatti a cui aveva partecipato in prima persona, ma la memoria non lo aiutava, aveva rimosso intere parti della sua vita. Con l'aiuto di un terapista e anni di lavoro ha incominciato a ricordare. Il risultato è una devastante pagina di Storia, raccontata in modo inconsueto, animazione flash e 3D, ma non per questo meno efficace.
Attraverso testimonianze di amici e interviste a persone realmente esistenti, Folman ripercorre le ore precedenti i massacri di Sabra e Shatila. Nel giugno dell'82 l'esercito israeliano invade il Libano del sud, il ministro della Difesa è Ariel Sharon, che ha come obiettivo l'occupazione dell'intero paese e l'elezione a presidente dell'alleato Bashir Gemayel, comandante della milizia falangista cristiana. Considerato un idolo dai suoi e da gran parte degli israeliani, quando viene ucciso in un attentato scoppia l'inferno. In tre giorni le forze falangiste trucidano tutti i palestinesi dei campi di Sabra e Shatila, nessuno si salva, inclusi donne bambini e vecchi. Folman non risparmia particolari scioccanti e ci ricorda che Sharon non fece nulla per fermare la strage, rinunciò alla Difesa ma diventò Primo Ministro del Paese.