"Il petroliere senza petrolio". Questo l'appellativo, non sempre benevolo, che rimane legato a Enrico Mattei, una delle figure più importanti, e contestate, nella storia del secondo dopoguerra italiano. "Ha fatto uscire il paese dal medioevo energetico, inventando una nuova impresa e un nuovo linguaggio" - così Renato Besana ha riassunto l'importanza del suo operato in occasione dell'uscita di Potere e Petrolio. La sfida di Enrico Mattei, documentario sullo storico fondatore dell'Eni, realizzato da Fabio Pellarin. Il film, che uscirà in dvd, è una coproduzione tra Croce del Sud Cinenematografica e l'Istituto Luce, dal cui ricco archivio provengono molti dei documenti usati dal regista, come ha ricordato il suo Presidente Luciano Sovena: "siamo la memoria storica del paese. Per fortuna, nonostante i tagli, grazie alla collaborazione con privati riusciamo ancora a distribuire opere come questa, che oggi sono più importanti di qualsiasi libro". E su Mattei ne sono stati scritti molti, almeno 150 assicurano i suoi collaboratori di un tempo Marcello Colitti e Giuseppe Accorinti, che con la loro testimonianza hanno contribuito a ricostruire la figura del padre dell'Eni, "Non bisogna dimenticare che aveva più nemici che amici qui in Italia. A un certo punto anche lo Stato ha cominciato a non credere più nel suo progetto, e ha trasformato il sistema delle partecipazioni pubbliche in uno strumento elettorale", ricorda Colitti, mentre Accorinti parla dell'uomo: "non voglio santificarlo, né iniziare una causa di beatificazione, ma era un manager e un leader. Aveva l'azienda in pugno ma era anche un timido, a cui non piacevano i titoli roboanti". Il lato che ha voluto privilegiare Fabio Pallarin nel suo documentario, però, è quello dell'innovatore: "la sua storia non è facilmente leggibile su un solo piano, bisognerebbe tirare in ballo anche l'impresa, l'economia, la politica. Per questioni di tempo e di budget ho dovuto fare delle scelte, e ho deciso di cominciare il racconto dal '45, anno in cui Mattei viene nominato commissario speciale dell'Agip, con il preciso compito di liquidarla. Da questa sua prima disobbedienza è nato il percorso che ha portato l' Eni ad essere un'azienda con migliaia di dipendenti, presente in più di 30 paesi del mondo". La linea di lettura scelta dal regista per rappresentare questo personaggio, dunque, non può essere che "l'intento modernizzatore, l'attenzione allo sviluppo e alla ripresa industriale, la grande intuizione che la forza del paese sarebbe stata nella sua indipendenza energetica".