(Cinematografo.it/Adnkronos/dpa) - Nove registi ed altrettante religioni convivono in Words With Gods, il progetto collettivo creato da Guillermo Arriaga presentato oggi fuori concorso alla Mostra di Venezia. "Non è solo un film sulla religione, bensì sugli esseri umani, e spero che possa stimolare un dialogo per farci capire noi stessi e diventare degli esseri umani migliori", ha spiegato il regista messicano, che ha firmato un corto sull'ateismo.
Lo spagnolo Alex de la Iglesia aveva il compito di parlare del cattolicesimo, e sebbene all'inizio abbia pensato di non essere la persona più indicata per trattare il tema "troppo trascendente per un commediante", alla fine ha accettato la sfida."L'umorismo è una tecnica di espressione che ci aiuta ad avvicinarci alla realtà con più libertà, e questo è importante trattando un tema come quello religioso", ha dichiarato a Venezia. Precisamente il suo corto, La confessione, è uno dei più intriganti del film per il modo in cui approccia il tema del cattolicesimo: con la storia di un assassino che viene confuso con un curato che deve impartire l'estrema unzione.
"Il perdono dei peccati è la parte più importante della religione cattolica e nel Nuovo Testamento si definisce proprio per questo. Puoi essere più vicino a Dio se soffri, pecchi, fai degli errori e dopo lo riconosci. Ti redimi", ha spiegato. "Questo mi riempie di speranza, di illusione e di allegria", ha aggiunto il regista, che si professa cattolico. De la Iglesia è a Venezia anche per presentare il suo Messi, documentario sul calciatore argentino che gioca nel Barcellona.
L'iraniano Bahman Gobadi, invece, si è mostrato più deluso circa l'argomento. "Odio la religione", ha dichiarato il cineasta curdo, cresciuto in una scuola sciita sebbene i suoi genitori fossero sunniti. "Non credo in nessuna religione, credo solo in Dio. La religione dovrebbe aiutare, ma sembra che in alcuni luoghi sia invece contro l'umanità", ha affermato il regista, che nel suo corto parla dell'Islam. Anche se non lo menziona, risulta inevitabile il riferimento ai gravissimi scontri fra le diverse etnie religiose che stanno verificando nel Kurdistan iracheno, così come in Siria e nei paesi vicini.
Words With Gods può contare sulla musica di Peter Gabriel e sul sostegno del premio Nobel Mario Vargas Llosa, che Arriaga ammira molto e al quale ha "commissionato" il compito di mettere in ordine i corti nella pellicola. E lui è voluto andare dagli inizi della spiritualità alla forma più moderna di intenderla, secondo quanto ha spiegato il regista messicano, che debuttò a Venezia come regista di The Burning Plain (Il Confine della Solitudine)".
Come l'iraniano Ghobadi (Turtles can fly) e di de la Iglesia (Las brujas de Zugarramundi), Arriaga è arrivato al concorso veneziano italiano accompagnato dal resto dei registi aderenti al progetto: l'argentino-brasiliano Héctor Babenco (Il bacio della donna ragno),e l'israeliano Amos Gitai (Kippur), l'indiana Mira Nair (Monsoon Wedding), il giapponese Hideo Nakata (Ring) e l'australiano Warwik Thornton (Sansone e Dalida). L'unico che manca in laguna è Emir Kusturica (Gatto nero, gatto bianco).