In Speed Racer dei fratelli Wachowski, distribuito dalla Warner Bros nelle sale italiane dal 9 maggio, c'è di tutto. Duelli all'ultimo respiro tra macchine spettacolari, tecniche di ripresa innovative e un grande cast: dalla promessa Emile Hirsch a Christina Ricci, Susan Sarandon e John Goodman. Visivamente abbagliante, a metà tra un live action e un'animazione 3D, il film è ispirato a una serie di manga giapponesi degli anni '60 creata da Tastuo Yoshida ed intitolata "Pilot Ace". Nel '67 il fumetto è diventato una serie tv (Mach Go Go Go), seguita dall'adattamento americano Speed Racer. A distanza di 40 anni i Wachowski hanno reinventato la storia del giovane pilota che, con la sua favolosa macchina da corsa Mach 5, si batte per salvare la piccola azienda di famiglia in una società futuristica dominata da imprenditori senza scrupoli. "E' un'opera sperimentale - dice il produttore Joel Silver -. Non è mai stato realizzato niente di simile finora: ci sono oltre duemila effetti speciali. Quando i Wachowski mi hanno mostrato la prima sequenza di 5 minuti sono rimasto a bocca aperta". Girato a Berlino perché economicamente più conveniente, il Gran Premio finale si svolge invece in varie località del mondo, tra cui Siena, che sono state inserite sullo sfondo con un obiettivo digitale a 360 gradi. Gli esterni delle macchine sono in digitale mentre gli abitacoli sono stati ricostruiti in dimensioni reali, completi di volante, freni, acceleratore. Gli attori invece per guidare hanno usato dei simulatori e sono stati "incollati" nelle scene con il computer. Il più spericolato è il giovane pilota Speed Racer, che gareggia per sconfiggere un magnate dell'industria, esperto nel truccare le corse più importanti, nella vita il 23enne Emile Hirsch. "Il mio personaggio - racconta - non è un eroe, è solo un bravo ragazzo che lotta contro il sistema e la corruzione". Protagonista rivelazione del recente Into the Wild di Sean Penn, Hirsch aggiunge: "Interpretare il film di Penn è stato duro, 9 mesi di riprese con allenamenti continui, ho fatto di tutto dal kayak a free climbing, e per riprendere peso ho dovuto mangiare una quantità enorme di dolci. Ma Speed Racer è stato altrettanto impegnativo dal punto di vista mentale. Qui non c'erano uomini o panorami mozzafiato come Into the Wild, di verde sul set c'era solo lo schermo davanti al quale ho passato buona parte delle riprese. Con Penn inoltre avevo molta libertà, potevo e dovevo improvvisare. I fratelli Wachowski sono molto tecnici e il green screen non perdona, bisogna essere precisi". Al centro della storia c'è la famiglia Racer che vive in una villetta di periferia con tanto di garage, dove il padre (John Goodman) costruisce vetture da corsa nel garage e il gioiello della collezione è proprio la Mach 5 con cui correrà Speed. La mamma è Susan Sarandon, fulcro del nucleo con i suoi consigli e dolci irresistibili. "Mentre eravamo sul set non riuscivamo neanche a immaginare il risultato finale - dice la Sarandon -, e per fortuna io e John (Goodman) abbiamo avuto la parte più realistica. Quello che mi ha colpito di più del film, oltre alla visione travolgente dei Wachowski, sono stati i valori di ‘Speed Racer' molto incentrati sulla famiglia. Mio figlio, il più piccolo, è impazzito dalla gioia quando ha saputo che sarei stata nel cast". Elegante e affascinante come sempre la Sarandon, che presto vederemo nell'atteso Amabili resti di Peter Jackson, parla della sua vita newyorkese piuttosto tranquilla con il marito Tim Robbins e aggiunge: "E' sempre più difficile trovare ruoli interessanti e non solo femminili. Io non posso certo lamentarmi, l'unica cosa davvero faticosa sono gli incontri con la stampa americana: i giornalisti sembrano interessati solo alla domanda successiva".