Spaziano dal fumetto al teatro, dalla musica alla recitazione, e ora sono diventati anche registi cinematografici con il loro primo film dal titolo D.N.A. - Decisamente non adatti.

Sono gli inseparabili Lillo e Greg (Pasquale Petrolo e Claudio Gregori): protagonisti del talk “Manifesto per una fiera inadeguatezza”, condotto da Valerio Sammarco (Rivista del Cinematografo) e Efisio Mulas (conduttore di Hollywood Party) nel corso della terza edizione di Castiglione Cinema 2020 - RdC incontra.

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Un incontro, come loro, all’insegna delle risate nel quale hanno ripercorso le tappe della loro carriera . “Il nostro motto è: meglio fare tante cose male che una bene”, dice ridendo Lillo.

“L’unica cosa che facciamo è cercare di far ridere il pubblico e per farlo usiamo tutti i mezzi possibili: radio, cinema, teatro - racconta-. Ora siamo arrivati addirittura alla regia di un film. D’altronde la macchina da presa può esaltare la comicità di una gag, specie se questa è di situazione”. E Greg: “Tutto è stato sempre molto casuale. Abbiamo iniziato con i fumetti, pensavamo che avremmo fatto quello nel futuro. Poi la casa editrice fallì e noi ci trovammo per strada. Da anni suonavo già con una band e con Lillo abbiamo deciso di mettere su insieme il gruppo dei Latte e i suoi derivati. Abbiamo avuto un buon seguito con le nostre canzoni comiche dal 1992 al 1995. Un giorno Attilio Corsini ci vide e ci propose una commedia a teatro, dove debuttammo nel 1995. Poi iniziammo Le Iene. Infine ci vollero alla radio e poi ci fu il cinema”.

Un  duo comico che continua a far divertire anche le nuove generazioni. “Abbiamo sempre e solo fatto quello che ci diverte con la speranza che anche il pubblico a sua volta si divertisse - dice Greg-. Non abbiamo mai fatto dei calcoli, ma abbiamo sempre cercato di fare quello che ci fa ridere. Questo ci ha portato dei buoni frutti perché arriva sempre una certa sincerità e spontaneità in quello che facciamo”. E Lillo: “Nella vita uno si trova a fare dei compromessi. Noi abbiamo cercato di evitarli, rifiutando tante proposte. Avvolte ci siamo cascati come quando per esempio ci proposero di condurre l’edizione dei David di Donatello. Fu un’esperienza terribile. Se una cosa è nelle nostre corde e la sappiamo fare ne usciamo bene, altrimenti meglio evitare. Nel caso dei cinepanettoni siamo stati motivati dal fatto che De Laurentiis voleva un po’ cambiarli. Quindi abbiamo accettato per la regia di Neri Parenti, pur non essendo il nostro tipo di film”. E poi: “Un  medico mi disse tu e Greg fate un lavoro importante perché è scientificamente provato che il buon umore rafforza le difese immunitarie e la depressione le abbassa. Questa cosa mi fece sentire più utile”.

Tra i loro riferimenti Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello che “negli anni cinquanta fecero delle cose di una modernità pazzesca”, ma anche Cochi e Renato dei “miti assoluti” e l’umorismo demenziale ebraico americano.

“Facciamo parte della generazione che andava a letto dopo Carosello. Noi invece non ci andavamo e vedevamo Raimondo, Mondaini e tanti varietà degli anni sessanta. E poi Jerry Lewis, Billy Wilder, Franca Valeri”.

Quando trovate il tempo per essere amici? “Abbiamo anche fatto dei viaggi insieme. Ma lui è un metropolitano, io sono un campagnolo. Quindi diventa difficile. Però ci accomuna la giungla, quella ci piace a entrambi. Lui ci è andato e dopo un viaggio di tre giorni ha visto i gorilla che facevano solo peti”, racconta Lillo.

Diversi anche nell’affrontare la quarantena durante la pandemia: Lillo “più preoccupato e ansioso” ha imparato a disegnare al computer e a giocare un po’ con Instagram, Greg “più tranquillo” si è immerso nella lettura, nella musica, ha scritto un monologo, una commedia e un libro. C’è anche una loro biografia che però Lillo non vuole autorizzare perché “Greg ne esce fuori come un gentiluomo al contrario di me”.

Greg & Lillo - Foto Karen Di Paola

Ma tra voi c’è competizione? Come vive Greg il fatto che il suo nome arrivi sempre per secondo? “E’ una questione onomatopeica”, risponde Lillo. E poi: “Suona meglio dire: Lillo e Greg. E non Greg e Lillo, però fatti gli affari tuoi!”, ride. Poi aggiunge: “Di questa cosa Greg già si è vendicato a suo modo. Alle persone che non sanno chi è chi dice sempre che lui è quello con gli occhiali, mentre io sono quello basso e cicciotto, quando basterebbe dire che sono quello senza occhiali!”.

Infine conclude con un aneddoto sulla sua vita: “Sono di origini calabresi e la soap opera Fiore Calabro appartiene alla mia infanzia. Lì il dramma non è lui che lascia lei, ma che lui va a pranzo e non mangia il secondo perché già è pieno. Una cosa che io ho vissuto direttamente sulla mia pelle. Tant’è che non vado più in Calabria per paura di morire”.

Davide Milani con Lillo & Greg e il sindaco di Castiglione Matteo Burico - Foto Karen Di Paola

Al termine dell'incontro Mons. Davide Milani ha consegnato il premio Castiglione Cinema Rdc Incontra a questa coppia che, al contrario del titolo del loro film (poi proiettato nella serata), è davvero “decisamente adatta”.