L'accoglienza della stampa? “Non ho paura anche se qui menano”. Parola di Gian Alfonso Pacinotti, alias Gipi, che esordisce dietro la macchina da presa con L'ultimo Terrestre, da domani in sala distribuito da Fandango. E' il terzo italiano a passare in concorso: nonostante i fischi a Quando la notte della Comencini, al regista non tremano le gambe.
Piuttosto, questo sbarco alieno in un'Italia che non piace guarda anche altrove: “Sono personaggi molto brutti, delle macchiette malvagie e terribili: ce ne sono tante anche nella nostra classe politica”, attacca il fumettista passato al cinema, contravvenendo alla lezione “pro cattivi” di Truffaut: “Non aveva visto l'Italia del 2011”. E facendo professione di fede e, insieme, di scetticismo: “Se aspetti la soluzione dal cielo sei messo male, ma sei anche ottimista perché ti aspetti una soluzione. D'altronde, le parti comiche e drammatiche si mischiano sempre”.
La parola passa agli interpreti. L'esordiente e protagonista Gabriele Spinelli, nei panni di quel Luca Bertacci che non sa vivere la vita e le relazioni, confessa che “da Gianni mi aspettavo un impiego quale montatore od operatore: a 10 anni di distanza dai cortometraggi imbecilli che abbiamo girato insieme, non mi pensavo più come attore”. E della sua recitazione minimale dice: “Non so muovermi tanto, era per evitare errori”, mentre Roberto Herlitzka, nel ruolo del padre del suo Luca, parla di”totale libertà: è stato come entrare in un fumetto”. Nel cast, anche il Luca Marinelli de La solitudine dei numeri primi, che qui interpreta un trans: “Ho letto la sceneggiatura e me ne sono innamorato”.
Ultima battuta a Gipi: chi ci salverà, chi è l'alieno dell'Italia oggi? “Non so rispondere, anzi, non vedo come possa essere possibile. Perché, come vale per Luca, bisognerebbe scoprire la compassione”.