"A Cannes avrò degli avversari temibili, perciò non aspettatevi niente, come faccio io. Meglio tornare a casa felici di esserci stati che con una piccola delusione". Partirà per la Croisette senza illusioni Marco Tullio Giordana, che ha presentato, questa mattina a Roma, Quando sei nato non puoi più nasconderti, ispirato all'omonimo libro-reportage di Maria Pace Ottieri e sceneggiato dalla coppia Rulli e Petraglia. Unico italiano in concorso al prossimo festival di Cannes, il film esce nelle sale il 13 maggio distribuito dalla 01. Protagonisti Alessio Boni, Michela Cescon e il 12enne Matteo Gadola, al suo esordio sul grande schermo. Dopo tre film ambientati negli anni '70 (Pasolini un delitto italiano, I cento passi e La meglio gioventù), il regista realizza un'opera sull'Italia di oggi: "Racconto un pezzo del nostro paese, una parte dei suoi problemi, ma quello che m'interessa sono soprattutto le persone. L'immigrazione viene raccontata con molte semplificazioni dalla tv e dai giornali - spiega Giordana -. Fa notizia lo sbarco di un gruppo di clandestini, ma poi ci si dimentica di loro. Chi sono? Qual è la loro storia? Cosa sentono? Sono queste le domande alle quali ho cercato di dare una risposta". Per farlo ha scelto di adottare il punto di vista di un ragazzo, Sandro (Gadola), che durante una gita in barca con il padre Bruno (Boni), cade in mare e viene salvato da una "carretta del mare" carica di clandestini. Qui avviene l'incontro determinante con due fratelli rumeni, Radu (Vlad Alexandru Toma) e la piccola Alina (Ester Hazan). "Prima che stranieri gli immigrati sono poveri che vengono in Italia in cerca di lavoro e in quanto tali non sono molto diversi dai nostri poveri. Per i nostri 60 milioni di immigrati, noi italiani siamo psicologicamente attrezzati ad affrontare e a capire la situazione in cui versano queste persone - continua il regista -. Il problema non è quello di accoglierli o rispedirli a casa, ma di integrarli e per far questo non bastano le leggi". Non a caso il film è ambientato a Brescia, "la città più multietnica d'Italia". Qui "il fenomeno immigrazione - spiega Giordana - è stato assorbito, dalla gente che ha imparato a convivere con gli stranieri e dalle industrie che ne hanno fatto una fonte di manodopera". Anche quelli che si occupano degli immigrati, nel bene e nel male, guardie costiere, scafisti e chi gestisce i centri accoglienza, "non sono come li immaginiamo" spiega il regista, che per la realizzazione di Quando sei nato non puoi più nasconderti, ha visitato anche, la fondazione Regina Pacis di San Foca di Melendugno (Lecce) chiusa dopo l'arresto del suo presidente don Cesare Lodeserto: "I centri di permanenza temporanea, come si chiamano realmente, sono luoghi terribili, vere e proprie prigioni in cui si concentra il dolore di chi vi abita e di chi vi lavora - denuncia il regista - ma non sono convinto della colpevolezza di don Cesare e comunque non credo che il suo arresto sia stato provvidenziale, adesso molte ragazze sono tornate sulla strada". Il film si chiude con un finale diverso da quello molto drammatico previsto nella sceneggiatura: "Rischiava di essere un noir - spiega il regista -. E poi volevamo dare la speranza che il mondo può ancora essere salvato dai ragazzi".