Quattro festival cinematografici nel giro di appena un mese: questo è un risultato importante a conferma che i film indipendenti, se supportati da una promozione mirata e da un buon lavoro di squadra, possono raggiungere pubblici lontani e molto diversi tra di loro. Protagonista di questo successo è Fuga dal call center che ha saputo conquistare il pubblico indiano per l'attualità del suo messaggio. La storia del vulcanologo Gianfranco Coldrin che finisce a lavorare in un call center ha avuto una calorosa accoglienza in dicembre nel festival di Chennai e poi nell'International Film Festival del Kerala, ed il 7 gennaio nel Festival di Pune. Infine sarà allo Yashwant International Film Festival di Mumba (20-26 gennaio). Come ha sottolineato il regista Federico Rizzo “oggi il call center è da considerarsi più che una metafora della globalizzazione. Creando occasioni di lavoro, ha infatti aiutato molte persone a smarcarsi dalla povertà diventando, al tempo stesso, simbolo per eccellenza della precarietà e della volatilità del lavoro". "Mi piace pensare - ha concluso - che Fuga dal call center susciti un tale interesse in India non tanto perché analizza il fenomeno call center, motore del lavoro giovanile nel paese, ma soprattutto perché è un esempio di cinema fantasioso e fresco che, se pur impegnato, apre uno spiraglio di speranza, allontanandosi dal cliché di un cinema realista negativo". Complice di questo successo, un buon lavoro di squadra tra la produzione di Fuga dal call center, CinecittàLuce/Filmitalia, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con l'Istituto Italiano di Cultura di New Delhi.