Il programma del 65mo festival (5-15 febbraio) è più che brillante, è un successo annunciato. Erano anni che non si leggevano nomi e titoli così di peso: a partire da Queen of the Desert di Werner Herzog, in predicato per il 2014 e ricomparso nel cartellone di Dieter Kosslick. Non è però Herzog il colpo grosso di questa edizione ma Knight of Cups di Terrence Malick, insieme con l’evento mediaticamente più atteso della stagione: Cinquanta sfumature di grigio, anteprima internazione, fuori concorso, firmata dall’artista Sam Taylor-Wood, protagonisti Dakota Johnnson e Jamie Dornan.

L’apertura, in tono minore, è affidata alla spagnola Isabel Coixet, con una dramma ambientato in Groelandia, Nobody Wants the Night, interpretato da Juliette Binoche e Gabriel Byrne. Ma in mezzo c’è da battere le mani: Vergine giurata  di Laura Bispuri, un esordio notevole con Alba Rohrwacher in stato di grazia;Taxi, il film clandestino di Jafar Panahi; Journal d'une femme de chambre (Diary of a Chambermaid) di Benoit Jacquot; Victoria del tedesco Sebastian Schipper; Mr. Holmes di Bill Condon, con Ian McKellen, Laura Linney (fuori competizione); Peter Greenaway con Eiseinstein in Guanajuato, che racconta l’influenza del periodo messicano sulla carriera del grande regista. L’interessante Under Electric Clouds di Alexey German jr, presente e futuro di un paese ridotto in macerie.

El Club di Pablo Larrain
El Club di Pablo Larrain
El Club di Pablo Larrain
El Club di Pablo Larrain

Ancora un titolo inaspettato: El Club di Pablo Larraín (regista di No e Tony Manero), che non fa sconti a nessuno. Fuori concorso Wim Wenders con Every Thing Wille Be Fine (Orso d’Oro alla carriera); Cinderella di Kenneth Branagh,  cast all star: Cate Blanchett, Lily James, Richard Madden, Stellan Skarsgård ed Helena Bonham Carter. L’inglese 45 Years di Andrew Haigh (Weekend), curioso thriller-drama con Charlotte Rampling e Tom Courtenay. Nella sezione gala: Woman in Gold di Simon Curtis con Helen Mirren e Ryan Reynolds ed Ermanno Olmi con Torneranno i prati.

Occhio a un altro italiano: il toscano Short Skin di Duccio Chiarini, in Generation 14, uno dei progetti di Biennale College, che rafforza l’iniziativa lanciata a Venezia nel 2012. Quanto ai divi: non mancano, anzi alcuni  compaiono più di una volta (è il caso della Blanchett), senza dimenticare che nella Regina del deserto di Herzog, sulla vita dell’archeologa, politica, scrittrice e agente segreta britannica Gertrude Bell, ci sono Nicole Kidman, Damian Lewis (l’eroe di Homeland), James Franco (pure lui in duplice copia al festival) e Robert Pattinson.