“Ho letto il libro di Giacomo Mazzariol e ne sono rimasto fulminato. Ho conosciuto lui e la sua famiglia e sono favolosi. E poi la produzione, visti i miei cortometraggi, ha deciso di prendere me alla regia”. Fa il modesto il regista di Mio fratello rincorre i dinosauri, Stefano Cipani. È al suo esordio, sì, ma insegue il cinema da 15 anni, vantando collaborazioni con registi italiani e nomi internazionali del calibro di Ridley Scott.

Quindi non è solo un colpo di fortuna o “un miracolo”, come lo definisce, vedersi distribuito un film da Eagle Pictures, con due volti d’eccezione, Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese, e un team d’attori giovani e determinatissimi.

E anche Rossy De Palma, la zia onoraria del film, conferma quest’ipotesi: “Stefano si è dimostrato un regista maturo, pronto a tutto. Elegante, tenero, nessuna presunzione. Davanti a sé ha un futuro brillante”.

A proposito dell’impatto della trama, invece, interviene Gassmann: “Usa la commedia per comunicare argomenti importanti. Una famiglia che, con la nascita di Gio (fratello minore con la Sindrome di Down, ndr) inizia ad ascoltarsi di più”. Concludendo: “Se in questo paese ci fossero più famiglie come la loro, credo ci troveremmo in una situazione migliore”.

Ma com’è avvenuto il processo di adattamento dalla carta alla pellicola? Risponde il giovane Giacomo Mazzariol, autore del romanzo che ha ispirato tutto: “Abbiamo preso i nuclei emotivi del libro, a sua volta tratto dalla mia vita romanzata, e li abbiamo resi una storia cinematografica. Ne è nato un film corale, per cui ad ogni problema si ha una reazione diversa per ogni personaggio”.

E la “madrina” del film, Isabella Ragonese, cosa ne pensa di questo rapporto, seppure mediato, con la realtà? “Sono rimasta molto colpita da questa famiglia, che in quanto tale e quindi come prova dello stare insieme, dà sempre una risposta comune e comunitaria a ogni problema, questione e dubbio”. E prosegue: “Oggi, in una società individualista come la nostra, è un comportamento rivoluzionario”.

Si chiude l’incontro con un giro di complimenti, ampiamente condivisi da tutto il cast tecnico e non, al giovanissimo Lorenzo Sisto, nel film nei panni di Gio, definito un attore bravissimo, espressivo, empatico, consapevole, disponibile e amorevole. Davvero un debutto non male.