Espiazione di Joe Wright tratto dal bestseller dell'anglosassone Ian McEwan è un gran bel film. James McAvoy, già visto nell'Ultimo re di Scozia, è bravissimo e scommettiamo che vincerà più di un premio, incominciando (forse) proprio dal festival di Venezia, di cui Espiazione è l'evento di apertura (chapeau a Marco Muller). Ma la rivelazione si chiama Saoirse Ronan: gallese, nome impronunciabile, sullo schermo è l'alter ego della giovane Briony Tallis inventata da McEwan, ed è la protagonista di un altro film molto atteso: The Lovely Bones tratto dall'omonimo libro (Amabili resti) di Alice Sebold e diretto da Peter Jackson. Il plot di Espiazione ruota intorno a una domanda affascinante: esiste uno scrittore che non abbia avuto la tentazione di cambiare il corso della storia delle sue creature? Di riservargli un destino migliore o persino peggiore? Questo potere di vita e di morte sui personaggi può diventare reale? Dietro l'adattamento, piuttosto fedele, di Atonement, titolo originale di Espiazione, c'è la mano di Christopher Hampton, premio Oscar per Le relazioni pericolose e insignito nell'arco della sua carriera di numerose onorificenze per lavori letterari; ma Joe Wright, classe '72, trascorsi televisivi, che ha esordito al cinema due anni fa con l'elegante trasposizione di Orgoglio e pregiudizio, ha davvero talento. Espiazione presentava più di una difficoltà, soprattutto la sua trasposizione in immagini (e che trovate anche visive...). La trama, un vero campo minato, ha un fil rouge: una grande passione negata, in mezzo la seconda guerra mondiale, sullo sfondo la crudeltà di una ragazzina dall'ego troppo sviluppato. La tredicenne Bryoni, la cui fervida immaginazione le fa commettere un atto spaventoso, che rovina l'esistenza di sua sorella Cecilia (Keira Knightley) e del suo innamorato Robbie (James McAvoy), accusato ingiustamente di violenza sessuale. Ottima partenza quindi per il concorso veneziano, diretto da Muller, che schiera un parterre di divi (e film) da fare invidia anche a Cannes. Oltre a Keira Knightley, c'è Vanessa Redgrave (finale magistrale) per Espiazione, George Clooney per il legal thriller di Tony Gilroy Michael Clayton (opera prima), Brad Pitt per The Assassination of Jesse James. Poi Richard Gere, Cate Blanchett, Christian Bale ecc. in una multipla performance della vita di Bob Dylan (I'm not There) firmata da Todd Haynes (che manca da Venezia dal bel Lontano dal Paradiso). Michael Caine e Jude Law per il remake di una spy story, Sleuth, diretti da Kenneth Branagh. I nomi, sulla carta, ci dicono che la giuria ufficiale, presieduta da Zhang Yimou e formata da soli registi (tra cui Ferzan Ozpetek ed Emanuele Crialese) non avrà vita facile. Quanto ai nostri, nel mare magnum dell'offerta, colpisce la scelta di Muller: Paolo Franchi, Vincenzo Marra, Andrea Porporati.