"Solo il tempo può insegnarci la differenza fra verità e leggenda". Questo il claim introduttivo di 10.000 a.C., nuovo imponente kolossal di Roland Emmerich, regista di spettacolari blockbuster come Stargate, Independence Day e The Day After Tomorrow,  stavolta intenzionato - spiega lo stesso regista - a raccontare la "storia di un giovane cacciatore di Mammuth chiamato ad affrontare un avventuroso viaggio per trarre in salvo la ragazza amata sin da quando era bambino: scoprirà così l'esistenza di altre popolazioni, dedite all'agricoltura, e finirà per trasformarsi in un eroe quando, al cospetto di una civiltà avanzata, guiderà la rivolta degli schiavi ". Due anni e mezzo per realizzarlo (preparazione più lunga in assoluto per un film di Emmerich), 14 mesi solamente per lavorare sugli effetti speciali, condizioni logistiche estreme (set allestiti in 2 continenti e 104 giorni di riprese, in Nuova Zelanda, Sudafrica, Namibia, Thailandia e studios inglesi), 10.000 a.C. sarà definitivamente pronto tra 4/5 settimane, periodo in cui verrà portato a termine il lavoro di post-produzione, e uscirà nelle sale a marzo 2008, distribuito da Warner Bros.
"Quando finisce la lavorazione di un film iniziano gli incubi - dice ancora Emmerich - perché cominci a farti assillare da una serie di dubbi: avrò fatto le scelte giuste? Il cast andava bene? E le musiche (curate nuovamente da Harald Kloser, anche coautore della sceneggiatura, ndr)?". Tutte domande che il regista tedesco si porterà dietro fino alle prime reazioni che il film susciterà sul pubblico: girato prevalentemente in lingua inglese - "perché, spiega il regista, credo che i protagonisti possano così avvicinarsi maggiormente alla gente, anche se il resto delle popolazioni presenti nel film parla in africano e l'ultima civiltà che incontreranno lungo il loro cammino si esprime in una lingua fittizia, creata appositamente per il film" - e interpretato da molti attori semisconosciuti ("utilizzare volti noti avrebbe significato vanificare la meraviglia che solo i visi e le espressioni delle popolazioni locali potevano regalare", spiega ancora Emmerich), 10.000 a.C. è stato realizzato con un budget stimabile intorno ai 75 milioni di dollari (anche se Emmerich si è rifiutato di rivelarlo, "perché altrimenti si arrabbiano", dice scherzando) e, solamente per "dare vita" ai mammuth è stato speso "tre volte tanto il cachet di uno come Brad Pitt". Moltissime scene di caccia, minacce portate da gigantesche tigri e cruente battaglie, ma sullo schermo nemmeno una goccia di sangue: "Prima responsabile di questa decisione è stata mia madre - confessa il regista - che ancora mi sta rinfacciando le troppe scene violente mostrate in Universal Soldiers, mio primo film americano. L'unico lavoro dove ho messo eccessivamente in mostra il sangue è stato The Patriot, ma lo spirito antibellico del film mi salvò dalle ire materne". Dopo la catastrofe ambientale raccontata in The Day After Tomorrow, dunque, Emmerich prova a lanciare - affidandosi ancora alle dinamiche del blockbuster - il suo grido d'accusa contro le società ipertecnologiche e guerrafondaie, nel film rappresentate inequivocabilmente dagli antichi egizi: "Invecchiando, dice qualcuno, si diventa più intelligenti - dice ancora Emmerich -. La politica americana non mi appartiene e il motivo per cui ho deciso di realizzare 10.000 a.C., oltre alla sfida data dal dover ricreare un mondo facendo leva su un mix di documentazione e immaginazione, è stato quello di voler raccontare le gesta di un ipotetico primo eroe della storia, investito di un'enorme responsabilità: ciò di cui abbiamo bisogno oggi è la figura di qualcuno che unisca, anziché dividerci".