(Cinematografo.it/Adnkronos) - Una vita matrimoniale perfetta finché una lettera non sconvolge il ménage della coppia, facendo cambiare la loro vita. E' Gabrielle, il film di Patrice Chéreau presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e accolto da grandi applausi alla presentazione di ieri per la stampa. Il film, tratto da un racconto di Joseph Conrad, parla della vita, apparentemente tranquilla, di una coppia nei primi anni del Novecento. Improvvisamente, la moglie fa avere al marito una lettera in cui gli comunica che ha deciso di lasciarlo per andare a vivere con un altro uomo. Ancora sconvolto dalla notizia, lui assiste al ritorno della moglie che cambierà ancora di più la sua esistenza. Nei panni dei due protagonisti, Isabelle Huppert e Pascal Greggory.
"Il mio personaggio - racconta l'attrice - è una donna che ritrova la parola dopo anni in cui il dialogo con il marito era stato assente. Per lei è importante il linguaggio perché, invece di mostrare il tradimento, lo descrive. In questo senso le sue parole sono omicide, micidiali. Anche se nel momento in cui la coppia cerca di parlarsi e di scontrarsi capisce che forse è meglio di morire sordi e ciechi"."Nel racconto di Conrad - spiega il regista - si legge benissimo il film. Basta vedere il protagonista che sale le scale, vede la lettera e crolla. Il cinema è lì dentro. Nel libro, come nel film, la donna parla poco ma quando parla colpisce". "La scommessa - prosegue il regista - era fare un film ambientato tra il 1910 e il 1920 e scommettere che dopo 15 minuti gli spettatori potevano trovarsi di fronte una coppia con cui possono identificarsi".
Tra il marito e la moglie, spiega Chéreau, quello che sta peggio è l'uomo: "Nel corso degli anni all'interno della coppia sono cambiate molte cose, ma l'aspetto sostanziale e gli istinti sono rimasti gli stessi. A volte le donne sono più coraggiose e gli uomini più fragili". "Il mio personaggio - dice Pascal Greggory - ha lunghi monologhi interiori all'inizio, quando crede che la sua vita sia perfetta. La cosa più difficile è stata renderlo contemporaneo e vicino al pubblico di oggi". "Sono sempre stupito da come ci si puo' far male all'interno di una coppia - dice Chéreau - anche se credo che rimanga l'unica soluzione per una convivenza". Per la Huppert è in programma un nuovo film con Chabrol in cui sarà un giudice istruttore, e un debutto nella regia lirica dell'Ifigenia di Gluck. "Me lo hanno chiesto e non so quale parte di me ha detto sì". L'ultima battuta è sul matrimonio: "Non sono sposata - dice l'attrice - se non con il cinema".