103 cinema chiusi in tutta la Lombardia dal 2000 ad oggi, 28 soltanto nella città di Milano. A causa della crisi, certo, ma anche dei multiplex proliferati e proliferanti in tutta la cintura dell'hinterland, undici in nove anni per 137 sale, nei quartieri milanesi di Certosa e Bicocca, e ancora più fuori in località come Pioltello, Vimercate, Bellinzago, Muggiò. E' questa la situazione dei cinema storici meneghini, un pezzo importante della vita culturale della città che progressivamente sono costretti a chiudere i battenti. Ultimo, in ordine di tempo, è il President, il quale pochi giorni fa, dopo 34 anni e sotto il peso di un calo del 30% delle presenze, ha serrato le saracinesche, dopo gli storici Metropol, Maestoso, Brera, Manzoni, Splendor, tra i principali. D'altra parte, i tecnologici multisala hanno molte caratteristiche concepite per sedurre soprattutto giovani e giovanissimi, tra centri commerciali, locali, ristoranti e comodi parcheggi ma dove la qualità non sempre è al primo posto. Da un punto di vista economico però, come si dice, non c'è partita: ovviamente, è in queste grandi strutture che i numeri si fanno corposi, in termini sia di spettatori che di incassi. Questo, naturalmente, a tutto svantaggio tanto delle monosala del centro come delle sale parrocchiali. Una crisi ad ampio spettro, considerando anche altre cause come i nuovi canali di distribuzione: Internet, la pay tv, i dvd, i cellulari. Spesso, infatti, i film bypassano le sale cinematografiche per approdare direttamente sulla televisione a pagamento, spesso film d'autore, molto poco commerciali, che al cinema non avrebbero un accettabile ritorno economico. Anche alcune vecchie monosala si sono convertite in multisala, con una manovra alla fine vincente potendo incontrare più gusti differenti e consentendo di spalmare i costi di gestione su più schermi.
Malinconicamente e forse anche un po' nostalgicamente, però, un'altra monosala che chiude, con tutto il suo carico di storia e di tradizione, proprio un bell'effetto non fa.