È morta Raffaella Carrà. Aveva 78 anni.

Lo annuncia il regista Sergio Iapino, suo storico collaboratore: “Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”. Sergio Iapino ne dà il triste annuncio unendosi al dolore degli adorati nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni, degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti.

Nata a Bologna il 18 giugno 1943, Raffaella Maria Roberta Pelloni (cambiò il cognome in Carrà, in onore del pittore Carlo, solo nei primi anni Sessanta) esordì all'età di otto anni nel film di Mario Bonnard Tormento del passato (1952). Nel 1960 conseguì il diploma al Centro sperimentale di cinematografia e nello stesso anno partecipò a La lunga notte del '43 di Florestano Vancini e Il peccato degli anni verdi di Leopoldo Trieste.

Attiva anche in teatro e in radio nonché in alcuni sceneggiati televisivi, ottenne un ruolo più importante in I compagni (1963) di Mario Monicelli, che le valse la chiamata nel kolossal hollywoodiano Il colonnello Von Ryan (1965) di Mark Robson con Frank Sinatra. Del 1970 l'ultima partecipazione di rilievo in Il caso "Venere privata" di Yves Boisset, mentre resta inedito in Italia Barbara, girato in Argentina nel 1980.

A partire dal 1970 si dedicò principalmente al piccolo schermo, conducendo per la Rai show rimasti nella memoria collettiva come Io, Agata e tu (1970), Canzonissima (1970-1972, 1974-1975), Milleluci con Mina (1974), Ma che sera (1978), Fantastico (1982-1983), Pronto, Raffaella? (1983-1985), Domenica in (1986-1987), Carràmba! Che sorpresa (1995-1998, 2002), Carràmba! Che fortuna (1998-2001, 2008-2009) fino al ruolo di coach in The Voice of Italy (2013-2014, 2016) e all'ultimo A raccontare comincia tu (2019). Nel 2001 ha presentato il Festival di Sanremo.

Showgirl completa, probabilmente la più rilevante degli ultimi cinquant'anni, Raffaella Carrà ha lanciato canzoni di successo internazionale come Chissà se va (1971), Tuca tuca (1971), Rumore (1974), Fiesta (1977), Tanti auguri (1978), Pedro (1980), Ballo ballo (1982), Fatalità (1983). Nel 2011 Bob Sinclair ha realizzato un remix della sua hit A far l'amore comincia tu (1976), poi scelto da Paolo Sorrentino per la memorabile scena iniziale de La grande bellezza (2013).

Icona non solo italiana, amatissima in Spagna e in tutti i paesi latinoamericani, è stata omaggiata dal musical Ballo ballo (2020), che contiene molti pezzi del suo repertorio e in cui è apparsa in un cameo finale.

In tutta la sua carriera ha vinto 13 Telegatti e 2 Premi Regia televisiva, 22 dischi tra platino e oro e ha venduto oltre 60 milioni di dischi. Nell'autunno 2020 il quotidiano britannico The Guardian l'ha incoronata sex symbol europeo, definendola "l'icona culturale che ha insegnato all'Europa le gioie del sesso".