Naturalmente il dramma legato al Natale è di carattere nostalgico, più amaro spesso che realmente drammatico. Eppure la solitudine è parte integrante, in qualche modo, dello spirito natalizio. Ogni Natale porta via un anno, e con questo tante altre cose. Ci sarà la neve a Natale? (Francia, 1996) di Sandrine Veysset racconta proprio una storia di solitudine. Un contadino tiene, come si suol dire, il piede in due scarpe e nonostante abbia una propria famiglia, continua a procreare una numerosa prole con la sua amante che tiene a lavorare nei campi. Natale è alle porte e la singolare famigliola, che conta ben sette illegittimi, passerà anche quest'anno le feste senza papà, impegnato ufficialmente a casa. Malinconia e amarezza di chi non vede l'ora che arrivi l'anno nuovo. La Veysset descrive la grigia solitudine dei campi senza giudicare nessuno. Sono le stagioni, il loro lento andamento a scandire la vita della gente e nei titoli di coda si ringraziano cortesemente "le stagioni che passano e gli spettatori che restano". Un gran bel film, certo non è l'ideale per chi già soffre di fobie natalizie. Si consigliano, di contro, parabole di dickensiana memoria, che nonostante la durezza dei temi trattati, conservano un'atmosfera più tipica: indimenticabile la versione di David Copperfield (Usa, 1934) firmata da George Cukor o anche Grandi speranze (1947) di David Lean, e a proposito di stagioni che passano Dickens soleva dire: "Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l'anno". Che sia un utile consiglio? Del cinema nostrano non si può certo dimenticare lo splendido Regalo di Natale (1986) di Pupi Avati. Una vigilia alternativa passata al tavolo da gioco in una lunga, estenuante e drammatica partita di poker. Il pollo di turno da spennare, interpretato da un grandissimo Carlo Delle Piane, si rivelerà ben più sveglio del previsto e le sorti dei tre disgraziati amici si capovolgeranno senza speranza in un finale crudele e amaro. Segue nel 2004 il pessimo sequel La rivincita di Natale che non lascia spazio a nessun commento. Poi ci sono una serie di film che spesso vengono trasmessi durante le feste, senza motivi particolari, magari col Natale hanno poco a che fare, ma fanno parte di una certa tradizione  e in questo caso si consigliano: Innamorarsi (Usa, 1984) di Ulu Grosbard, Via col vento (Usa, 1939) di Victor Fleming, l'indimenticabile Scarpette rosse (Gb, 1948) di Michael Powell e Emeric Pressburger e qualche Hitchcock d'occasione come La finestra sul cortile o Rebecca la prima moglie.