"Non parlo mai di politica perché non la faccio, e penso che tutti dovrebbero lasciarla ai politici. Cerco di affrontare i problemi attraverso il cinema, soprattutto con film come questo, in cui all'inizio non credeva nessuno”. Così Maria Grazia Cucinotta glissa riguardo alle domande sulla bocciatura della legge contro l'omofobia, definendo la sua ultima opera da produttrice Viola di mare come “una storia d'amore pulita e sincera, che ti fa dimenticare il sesso delle persone che la vivono”. Il film, tratto dal romanzo Minchia di re di Giacomo Pilati e diretto da Donatella Maiorca, esce oggi in 100 copie per Medusa e racconta la passione nata tra due donne nella Sicilia dell'‘800. Un contesto naturalmente troppo conservatore per accettare una relazione così rivoluzionaria, e incapace di reagire in alcun modo se non costringendo una di loro a fingersi uomo.
Una vicenda tramandata alla letteratura dalle voci popolari e che nel suo “essere vera”, secondo la regista, trova la sua attualità: “E' una grande storia d'amore e libertà, in cui si parla di un virus latente nell'umanità come il razzismo o la violenza nei confronti dei diversi, che viene fuori in diversi periodi storici e rimane un tema attuale oggi come allora”. Per le protagoniste, Valeria Solarino e Isabella Ragonese, si tratta però di un film che va oltre i problemi contingenti. “Certo, si tratta di una relazione omosessuale perché coinvolge due donne, ma penso che rappresenti l'amore come dovrebbe essere, cioè tra due esseri umani, senza dare per forza etichette e nomi alle cose”, spiega la Solarino, a cui fa eco la produttrice “il film dice che bisogna lasciare chi si ama libero di amarsi, perché l'amore viene dal cuore, e negare questo a una persona è come ucciderla”.
Anche la colonna sonora si basa dunque su un tema romantico, ma “con accelerazioni rock” - come le definisce Donatella Maiorca - affidate al sound di Gianna Nannini. “Volevo uscire dal luogo comune della connotazione etnica - spiega la cantante - anche se ho studiato e amo la musica delle tradizioni popolari. Anche il rock oggi è un musica popolare, quindi mi è venuto naturale inserirlo in uno score ispirato ai suoni della stessa isola in cui è stato girato il film”.