Malagiustizia di tutti i giorni, sudditanza alla camorra, tratta degli immigrati e Aids. E' l'altra Italia quella che va in scena alla Casa del Cinema di Roma dal 23 gennaio. Quella che il cartellone curato da Maurizio Di Rienzo ha messo al centro di una rassegna di 10 documentari, per dare spazio a quanto sfugge alle distratte cronache dei giornali. Emblematici titoli d'apertura dell'iniziativa, intitolata appunto Italia Doc, sono L'udienza è aperta di Vincenzo Marra e Vedi Napoli e poi muori di Enrico Caria. Entrambi accompagnati dai registi, che al termine delle proiezioni incontreranno il pubblico, forniscono un lucido spaccato di due lati della stessa medaglia. Il primo, applaudito alle Giornate degli Autori dell'ultimo Festival di Venezia, ricostruisce le ordinarie disfunzioni della giustizia, attraverso un processo di camorra in corte d'appello. Sempre di camorra, ma grazie alle testimonianze di cittadini, sociologi e preti di strada, si parla poi nel toccante Vedi Napoli e poi muori, che uscirà il 26 gennaio. Sul filo rosso della denuncia, gli appuntamenti proseguono poi ogni martedì fino al prossimo 17 aprile.
Con Il mondo addosso Costanza Quatriglio porta l'attenzione sull'odissea di quattro piccoli afgani in cerca di fortuna a Roma, mentre Giovanni Piperno affida a This is My Sister lo spaccato su una famiglia di sieropositivi in bilico tra disperazione e voglia di vivere. Contraddizioni e sogni della Sicilia sono poi protagonisti il 20 febbraio nel doppio appuntamento con Oltre Selinunte e Un'altra storia: il primo è la cronaca dell'appassionata battaglia di un soprintendente per salvare il sito archeologico dalla speculazione edilizia, il secondo il ritratto dei due opposte concezioni della politica e della legalità, attraverso il confronto elettorale fra i candidati alla presidenza delle regione, Rita Borsellino e Totò Cuffaro. Fra gli altri titoli del cartellone anche Primavera in Kurdistan di Stefano Savona: fotografia dell'Iraq del dopo-Saddam, dalla prospettiva di un figlio di emigrati, tornato dalla Germania per combattere accanto ai militanti del PKK turco.