La commissione di selezione dei documentari dei David di Donatello ha scelto i 15 documentari da sottoporre al voto della giuria per definire la cinquina finalista.

I prescelti sono Albero nostro di Federica Ravera, Bajkonur, Terra di Andrea Sorini, Citizen Rosi di Didi Gnocchi e Carolina Rosi, Fellini fine mai di Eugenio Cappuccio, I Had a Dream dClaudia Tosi, Il passo dell’acqua di Antonio Di Biase, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, La passione di Anna Magnani di Enrico Cerasuolo, La scomparsa di mia madre di Beniamino Barrese, Normal di Adele Tulli, Più de la vita di Raffaella Rivi, Scherza con i fanti di Gianfranco Pannone, Se c’è un aldilà sono fottuto: vita e cinema di Claudio Caligari di Simone Isola e Fausto Trombetta, Selfie di Agostino Ferrente, Tony Driver di Ascanio Petrini.

Selfie

"La commissione - si legge in una dichiarazione ufficiale - tiene a segnalare l’estrema varietà stilistica e tematica delle opere in concorso. Su 103 film ne abbiamo necessariamente dovuto scegliere 15 ma prendiamo atto del fatto che, di anno in anno, è sempre più difficile restringere il campo a un numero così vincolato".

"Tuttavia, è nostro compito presentare all’insieme dei giurati dell’Accademia una rosa di titoli il più possibile rappresentativa della ricchezza dei segni di rinnovamento linguistico e della capacità di dialogare con il tempo presente da parte degli autori italiani. Il genere documentario, ammesso che sia ancora possibile definire tante forme cinematografiche sotto un’unica etichetta, è più vivo che mai".

La mafia non è più quella di una volta (Foto di Tommaso Lusena)

La commissione è formata da Guido Albonetti, Pedro Armocida, Osvaldo Bargero, Raffaella Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Paola Jacobbi, Giacomo Ravesi.

La cerimonia di premiazione della sessantacinquesima edizione dei David di Donatello si terrà il 3 aprile 2020.