"Sembrano molto diversi uno dall'altro, ma credo che questo film in realtà abbia molte affinità con Scialla!: si parla sempre di rapporti tra genitori e figli, ma stavolta quello che mi ha spinto è stato il voler esplorare un territorio - quello della famiglia contemporanea - la cui rappresentazione mi sembrava poco aggiornata. Mi sembrava che da un po' di tempo, anche il cinema italiano, avesse smesso di rapportarsi all'esistenza di persone fondamentalmente 'normali', alle prese con la vita e i problemi di tutti i giorni, non necessariamente protagonisti di qualche tragedia o figure disperate e marginali". Dopo il grande successo di critica e pubblico ottenuto con il suo esordio alla regia, lo sceneggiatore e regista Francesco Bruni è tornato dietro la macchina da presa per realizzare Noi 4, opera seconda prodotta da Beppe Caschetto con Rai Cinema, che arriverà nelle sale il 20 marzo distribuita da 01. Il film racconta la giornata di una famiglia come tante: il tredicenne Giacomo (l'esordiente Francesco Bracci Testasecca) deve sostenere l'esame di terza media, la sorella ventitreenne Emma (Lucrezia Guidone), aspirante attrice, occupa il Teatro Valle, la mamma Lara, ingegnere alle prese con i cantieri della metro C di Roma (Ksenia Rappoport), cerca istericamente di star dietro al lavoro e ai suoi figli, il padre bohémien Ettore (Fabrizio Gifuni), scultore squattrinato e senza lavoro, da tempo lontano da casa in seguito alla separazione con la moglie, cerca di essere vicino a modo suo. Tutto sullo sfondo di una metropoli caotica e trafficata come Roma. "La città è la quinta colonna del film - dice ancora Francesco Bruni - e la volevo raccontare un po' come la vivo io, che giro in motorino quotidianamente, come una persona qualunque che va alla posta o porta i figli a scuola: una dimensione della città, resa anche dall'utilizzo di una presa diretta accidentata proprio per far sì che i rumori reali contrappuntassero i ritmi del racconto, che non viene spesso raccontata al cinema". Stesso discorso vale per le piccole criticità di ogni giorno: "Non riesco a raccontare al di là di quello che mi circonda, prendo ispirazione dalle persone che ho vicino e, proprio per questo, in sede di scrittura finisco per ricercare il positivo nei personaggi negativi, e viceversa. Questo conduce alla possibilità di avere a che fare con personaggi sfaccettati, che durante il racconto cambiano anche a seconda di chi hanno di fronte", spiega il regista, che prima di realizzare Noi 4 è stato tra gli sceneggiatori de Il capitale umano di Paolo Virzì, interpretato tra gli altri proprio da Fabrizio Gifuni: "E' stato un grande regalo poter interpretare due personaggi così dissimili a brevissima distanza di tempo - racconta l'attore -. Erano anni che aspettavo con impazienza una commedia, genere nel quale paradossalmente credo di poter dare il meglio di me. Ma si sa, molto spesso nel cinema si mettono in moto meccanismi automatici e se vieni etichettato come 'attore per film drammatici' è poi difficile che qualcuno pensi a te per altri ruoli. Mi sono divertito molto, invece, a vestire i panni di questo cialtrone che ha il suo maggior pregio là dove si annida anche il suo peggior difetto: in ogni personaggio è contenuta una parte grande o piccola di te stesso, il lavoro dell'attore è quello di andarci a ficcare il naso, trovare un punto di contatto e poi, con l'immaginazione, tentare di costruire il resto".