Dopo un restauro durato alcune stagioni, il capolavoro di Valerio Zurlini Cronaca familiare rivive grazie all'impegno del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale. La cura della ricostruzione è stata affidata al direttore della fotografia Giuseppe Rotunno, custode dei segreti che, secondo le parole dello stesso Zurlini, all'epoca materializzarono sulla pellicola "da una parte la teoria di Matisse e dall'altra la grande esperienza di Rosai". La presentazione del restauro, in anteprima mondiale, avviene oggi all'interno della prestigiosa cornice della Quinzaine des Réalizateurs, ventrina quanto mai appropriata per un'opera scaturita da una serie di incontri tra artisti molto speciali. Per dieci lunghi anni Zurlini aveva accarezzato l'idea di trarre un film da Cronaca familiare di Vasco Pratolini, un romanzo che considerava perfetto. Ma Pratolini era restio, per nulla toccato dalle insistenze di quel giovane che pure aveva già portato sullo schermo una sua opera, Le ragazze di San Frediano. Iniziò così un corteggiamento protratto nel tempo che si rivelò il preludio di una riuscita collaborazione e di un'amicizia segnata dalla stima reciproca. Quando finalmente la sceneggiatura fu pronta, agli sguardi su Firenze del regista e dello scrittore se ne unirono altri due: quello innamorato della città del pittore Rosai e quello altrettanto sapiente di Rotunno. Il risultato è un film che, al di là della storia dei due fratelli interpretati da Marcello Mastroianni e Jacques Perrin, si propone ancora oggi come uno straordinario esempio delle reciproche influenze tra cinema, letteratura e pittura.