La stampa francese applaude il direttore artistico del festival di Cannes Thierry Frémaux. Da Libération i complimenti per aver fatto dimenticare, con la selezione di quest'anno, "il triste degrado" del 2003-2004. A lui, il quotidiano francese indirizza anche un'esortazione a raddoppiare gli sforzi perché, con l'arrivo di Marco Mueller, il Festival di Venezia è ormai un vero rivale. La critica si divide invece sui due principali titoli ieri in cartellone. Le Figaro applaude Sin City come esperimento "del tutto innovatore". A differenza di quanto finora visto sullo schermo, scrive, non si tratta di un semplice adattamento, ma di un di un "fumetto che penetra, invade e trascende l'universo cinematografico. Assistiamo ad un inedito e virtuosamente sbalorditivo incontro della Settima e della Nona arte". Di segno opposto il giudizio di Libération, che lo liquida come "esercizio di stile": "Il problema è che, seppur perfetto sul piano estetico, dopo un ora non se ne può più. Sicuramente non si è mai visto niente di più fedele al mondo del fumetto, ma l'intrigo e l'interesse ne risultano distrutti". Altrettanto difformi i pareri su Peindre ou fair l'amour dei Larrieu: "Un bel film sulla speranza, il desiderio e la vita, accessibile a tutti e come non se ne vedeva da tempo" secondo Le Parisien, che Le Figaro non esita però a stroncare: "Il film è ingombro delle peripezie dei personaggi secondari e inutili. Le scene erotiche della fine sono così artificiali e maldestre che producono l'effetto contrario". Da Libération, infine, anche qualche anticipazione sulla giornata di oggi e Cindy, the Doll is Mine, il film di Bertrand Bonello di cui Asia Argento è la doppia protagonista: "Dopo i cocenti insuccessi dei film che vogliono raccontare la vita di un artista, [Bonello come Van Sant] lavorano solo sull'idea che ci si fa dell'artista al lavoro, questa necessità rivela una certa urgenza a sondare il segreto d'un'altra prassi per meglio riflettere su se è la propria arte".