Accoglienza fredda al festival di Cannes per l'atteso film di Sofia Coppola Marie Antoinette. Il film biografico sulla vita dell'ultima regina di Francia ha ricevuto molti fischi e qualche applauso all'anteprima per critici e giornalisti. Marie Antoinette arriva a tre anni di distanza dal grande successo di Lost in Translation (valso l'Oscar alla regista per la sceneggiatura) ed era dato tra i favoriti della vigilia per la Palma d'Oro. Protagonista nel ruolo della regina è Kirsten Dunst, ma nel cast c'è anche Asia Argento, che interpreta Madame Du Barry. La grande attesa è stata quindi in parte delusa. C'era già chi, nei giorni scorsi, si era lamentato delle libertà storiche che l'americana Coppola si sarebbe presa. "Questa non è la nostra storia - ha scritto seccamente L'Express - la rivoluzione ha solo dieci secondi alla fine del film". La regista, da parte sua, si era difesa sostenendo di non aver voluto realizzare un film "che giudica storicamente le cose fatte dalla regina" ma un "racconto di formazione" sul passaggio dall'adolescenza alla maturità di una donna. Per i sostenitori di Marie Antoinette invece il tocco moderno della Coppola (che include anche musica rock nella colonna sonora) è rivitalizzante per la storia della moglie di Luigi XVI. Tra questi c'è  Jean-Michel Frodon, dei Cahiers du Cinèma, secondo il quale il film "è diretto con eleganza e generosità" e ha un'energia che gli farà "superare gli ostacoli che di solito indeboliscono i film storici". In ogni caso, in attesa dell'italiano Paolo Sorrentino, in base al provvisorio Toto-Palma stilato da  Le film francais c'è sempre in testa Volver di Almodóvar, seguito da Il Caimano e da The Wind that Shakes the Barley di Loach, Les lumieres du Faubourg di Kaurismäki, Iklimler del turco Ceylan e Flandres di Dumont.